Il contributo esamina la sentenza della Corte EDU, Oliari e altri c. Italia, del 21 luglio 2015, in cui il nostro Paese è stato condannato dal momento che non ha ancora previsto alcuna disciplina legislativa a tutela delle coppie omosessuali. Tale pronuncia di condanna è rilevante poiché la Corte di Strasburgo non manca di evidenziare come le supreme autorità giudiziarie italiane – tra cui la Corte costituzionale e la Corte di cassazione – abbiano in più occasioni evidenziata la necessità dell'intervento legislativo; ciò nonostante il Parlamento italiano è rimasto, al momento, sordo rispetto a questi appelli. A giudizio della Corte EDU si produce con tale inerzia un duplice effetto negativo, cioè di indebolire il ruolo del potere giudiziario e di lasciare le persone interessate in una situazione di incertezza giuridica. Nella pronuncia in commento viene richiamato, altresì, il precedente e noto caso Schalk e Kopf c. Austria (2010), che ha offerto l'occasione per un ulteriore momento di riflessione sul matrimonio same-sex, anche in ragione della recentissima decisione del Consiglio di Stato (26 ottobre 2015), in cui è stato affrontato il tema della trascrizione nei registri dello stato civile dei matrimoni celebrati all'estero tra persone del medesimo sesso.
Il caso Oliari e la (inevitabile) condanna dell'Italia da parte della Corte EDU
FERRARO, Luigi
2015
Abstract
Il contributo esamina la sentenza della Corte EDU, Oliari e altri c. Italia, del 21 luglio 2015, in cui il nostro Paese è stato condannato dal momento che non ha ancora previsto alcuna disciplina legislativa a tutela delle coppie omosessuali. Tale pronuncia di condanna è rilevante poiché la Corte di Strasburgo non manca di evidenziare come le supreme autorità giudiziarie italiane – tra cui la Corte costituzionale e la Corte di cassazione – abbiano in più occasioni evidenziata la necessità dell'intervento legislativo; ciò nonostante il Parlamento italiano è rimasto, al momento, sordo rispetto a questi appelli. A giudizio della Corte EDU si produce con tale inerzia un duplice effetto negativo, cioè di indebolire il ruolo del potere giudiziario e di lasciare le persone interessate in una situazione di incertezza giuridica. Nella pronuncia in commento viene richiamato, altresì, il precedente e noto caso Schalk e Kopf c. Austria (2010), che ha offerto l'occasione per un ulteriore momento di riflessione sul matrimonio same-sex, anche in ragione della recentissima decisione del Consiglio di Stato (26 ottobre 2015), in cui è stato affrontato il tema della trascrizione nei registri dello stato civile dei matrimoni celebrati all'estero tra persone del medesimo sesso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.