Focus del progetto è diventato l’oculocentrismo (1), dimensione caratterizzata da “immagini forti” (2) e “forme gratuite-spazzatura” (3); dove la staticità della percezione trascura la semantica della forma che dovrebbe individuare e mettere a sistema la “forma pura” con la sfera emozionale. In tale scenario, l’assenza di regole codificabili in linguaggio sensoriale permette di rintracciare, mediante la percezione dinamica, uno statuto disciplinare complesso di relazioni empatiche della forma. Note (1) Barbara A., Storie di architettura attraverso i sensi Postmedia books, Milano 2011, pp. 30-31. (2) Pallasmaa J., “Hapticity and time: notes on fragile architecture”, in Architectural Review, n. 207, 2000 pp.78-84 (3) Bossi A., “La memoria: antidoto alla banalità. Dell'attendibile e dell'inattendibile nel progetto di design”, Arkeda Magazine, n.1, 2013 pp. 105-107.
Forme per la vita. Una metodologia di senso o del senso della forma?
Marco Borrelli
2025
Abstract
Focus del progetto è diventato l’oculocentrismo (1), dimensione caratterizzata da “immagini forti” (2) e “forme gratuite-spazzatura” (3); dove la staticità della percezione trascura la semantica della forma che dovrebbe individuare e mettere a sistema la “forma pura” con la sfera emozionale. In tale scenario, l’assenza di regole codificabili in linguaggio sensoriale permette di rintracciare, mediante la percezione dinamica, uno statuto disciplinare complesso di relazioni empatiche della forma. Note (1) Barbara A., Storie di architettura attraverso i sensi Postmedia books, Milano 2011, pp. 30-31. (2) Pallasmaa J., “Hapticity and time: notes on fragile architecture”, in Architectural Review, n. 207, 2000 pp.78-84 (3) Bossi A., “La memoria: antidoto alla banalità. Dell'attendibile e dell'inattendibile nel progetto di design”, Arkeda Magazine, n.1, 2013 pp. 105-107.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
