Il contributo esamina l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’accomodamento ragionevole come strumento di inclusione lavorativa delle persone con disabilità nell’ordinamento multilivello, esplorandone i limiti e le condizioni di applicabilità sul piano sovranazionale e nazionale. Vengono analizzati i concetti di proporzionalità e ragionevolezza che regolano l’adozione di tale misura, nonché il richiamo ai doveri di buona fede e correttezza. Particolare attenzione è rivolta alle recenti riforme dell’ordinamento italiano, il quale si è finalmente adeguato ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, attraverso l’adozione del d.lgs. n. 62/2024, che introduce una nuova definizione di disabilità basata sul modello bio-psicosociale. L’analisi si sposta poi sul lavoro agile, il quale rientra tra le misure di accomodamento ragionevole a disposizione del datore di lavoro per favorire l’occupazione delle persone con disabilità, in quanto offre maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro e contribuisce a superare le barriere che ostacolano l’inclusione lavorativa. La riflessione si sofferma, inoltre, sul dibattito ancora aperto relativo al licenziamento per superamento del periodo di comporto della persona con disabilità, evidenziando le incertezze applicative emerse dalla giurisprudenza recente. Infine, si mette in evidenza come, nonostante i progressi normativi, persista ancora una resistenza culturale nel mondo del lavoro: la scarsa sensibilizzazione dei datori di lavoro sugli accomodamenti ragionevoli rischia di vanificare gli sforzi legislativi, limitando di fatto le reali opportunità di inclusione per le persone con disabilità.
The article examines the normative and case-law developments of reasonable accommodation as a tool for the employment inclusion of people with disabilities within the multi-level legal system, exploring its limits and conditions of applicability at both supranational and national levels. It analyses the concepts of proportionality and reasonableness that govern the adoption of such measures, as well as the reference to the duties of good faith and fair dealing. Particular attention is given to recent reforms in the Italian legal system, which has finally aligned with the principles of the 2006 UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities through the adoption of Legislative Decree No. 62/2024, which introduces a new definition of disability based on the bio-psycho-social model. The analysis then shifts to remote working, which is among the reasonable accommodation measures available to employers to promote the employment of people with disabilities, as it offers greater flexibility in work organization and helps to overcome barriers to workplace inclusion. The discussion also focuses on the ongoing debate regarding the dismissal of employees with disability due to exceeding the protected period, highlighting the interpretative uncertainties that have emerged in recent case law. Finally, the essay emphasizes that, despite legislative progress, cultural resistance in the workplace persists: the lack of awareness among employers regarding reasonable accommodation measures risks undermining legislative efforts, effectively limiting real opportunities for the inclusion of people with disabilities.
L’adozione degli accomodamenti ragionevoli nell’ordinamento comunitario e in quello nazionale: verso una piena inclusione lavorativa dei disabili.
Giulia Sberna
2025
Abstract
Il contributo esamina l’evoluzione normativa e giurisprudenziale dell’accomodamento ragionevole come strumento di inclusione lavorativa delle persone con disabilità nell’ordinamento multilivello, esplorandone i limiti e le condizioni di applicabilità sul piano sovranazionale e nazionale. Vengono analizzati i concetti di proporzionalità e ragionevolezza che regolano l’adozione di tale misura, nonché il richiamo ai doveri di buona fede e correttezza. Particolare attenzione è rivolta alle recenti riforme dell’ordinamento italiano, il quale si è finalmente adeguato ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, attraverso l’adozione del d.lgs. n. 62/2024, che introduce una nuova definizione di disabilità basata sul modello bio-psicosociale. L’analisi si sposta poi sul lavoro agile, il quale rientra tra le misure di accomodamento ragionevole a disposizione del datore di lavoro per favorire l’occupazione delle persone con disabilità, in quanto offre maggiore flessibilità nell’organizzazione del lavoro e contribuisce a superare le barriere che ostacolano l’inclusione lavorativa. La riflessione si sofferma, inoltre, sul dibattito ancora aperto relativo al licenziamento per superamento del periodo di comporto della persona con disabilità, evidenziando le incertezze applicative emerse dalla giurisprudenza recente. Infine, si mette in evidenza come, nonostante i progressi normativi, persista ancora una resistenza culturale nel mondo del lavoro: la scarsa sensibilizzazione dei datori di lavoro sugli accomodamenti ragionevoli rischia di vanificare gli sforzi legislativi, limitando di fatto le reali opportunità di inclusione per le persone con disabilità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.