Il saggio indaga le retoriche narrative e stilistiche che i film amatoriali girati tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’60 nei territori della costiera campana mettono in campo nell’attraversamento dei territori "feriti" dagli innumerevoli episodi bellici avvenuti, tra il 1940 e il 1945, a Napoli e dintorni. L’analisi si focalizza su un gruppo di pellicole 16mm e 8mm custodite presso l’archivio di un collezionista napoletano (ludovicomosca.com) e girate a Napoli, Sorrento, Capri, Ischia. Un confronto tra i diversi film intende individuare gli elementi di un discorso comune che, attraverso immagini di vacanze, soprattutto balneari, contribuisce alla ristrutturazione del volto del Mediterraneo, trasformandolo da "mare di guerra" a orizzonte di una "serenità ritrovata". In questa prospettiva analitica, le pellicole amatoriali turistiche, italiane e straniere, si impongono come pratica di "cura", che converte i territori traumatizzati in spazi della quotidianità e li rende, mediante la rilettura positiva di una geografia di luoghi simbolici, percorribili e abitabili.

Geografie della serenità ritrovata. La ricomposizione dell’immagine del paesaggio campano attraverso i film amatoriali di viaggi e vacanze del Secondo dopoguerra.

Lucia Di Girolamo
2022

Abstract

Il saggio indaga le retoriche narrative e stilistiche che i film amatoriali girati tra la fine degli anni ’40 e la metà degli anni ’60 nei territori della costiera campana mettono in campo nell’attraversamento dei territori "feriti" dagli innumerevoli episodi bellici avvenuti, tra il 1940 e il 1945, a Napoli e dintorni. L’analisi si focalizza su un gruppo di pellicole 16mm e 8mm custodite presso l’archivio di un collezionista napoletano (ludovicomosca.com) e girate a Napoli, Sorrento, Capri, Ischia. Un confronto tra i diversi film intende individuare gli elementi di un discorso comune che, attraverso immagini di vacanze, soprattutto balneari, contribuisce alla ristrutturazione del volto del Mediterraneo, trasformandolo da "mare di guerra" a orizzonte di una "serenità ritrovata". In questa prospettiva analitica, le pellicole amatoriali turistiche, italiane e straniere, si impongono come pratica di "cura", che converte i territori traumatizzati in spazi della quotidianità e li rende, mediante la rilettura positiva di una geografia di luoghi simbolici, percorribili e abitabili.
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