Muovendo dalla recente emersione, soprattutto nel linguaggio mediatico, del concetto di “reato universale”, il contributo analizza le recenti iniziative adottate dal legislatore interno per proiettare “oltre frontiera” alcuni precetti penali, prevedendo l’applicazione della legge penale a fatti extraterritoriali. In particolare, il riferimento è al decreto-legge 20/2023 (c.d. decreto Cutro) e al disegno di legge A.S. 824, da ultimo approvato definitivamente al Senato e divenuto legge (c.d. legge “Varchi”), in materia di contrasto alla surrogazione di maternità. Tali iniziative denotano la volontà del legislatore italiano di segnalare l’estrema rilevanza attribuita ai beni giuridici sottesi alle norme oggetto di disciplina, rivelando un utilizzo in chiave essenzialmente simbolica ed eticizzante dello strumento penale. Pur rimandando, all’apparenza, ad una dimensione universalistica dei valori in gioco, tali iniziative tralasciano paradossalmente di considerare la categoria dei crimini internazionali, espressione di un’istanza punitiva che dovrebbe rilevare per l’intera comunità degli Stati. Per questa categoria di crimini, il progetto inteso a dar vita ad un codice ad hoc che li includesse nella legislazione interna, in attuazione delle istanze di tutela espresse dallo Statuto della Corte penale internazionale, è stato accantonato. L’analisi del “reato universale” costituisce, dunque, l’occasione per riflettere criticamente su alcune recenti linee politicocriminali e, al contempo, per segnalare il perdurante ritardo nell’adeguarsi ai più elevati standard in materia di giustizia internazionale.

Il “reato universale”? Una riflessione critica sul ricorso alla extraterritorialità nel sistema penale italiano

manacorda stefano
;
colacurci marco
2024

Abstract

Muovendo dalla recente emersione, soprattutto nel linguaggio mediatico, del concetto di “reato universale”, il contributo analizza le recenti iniziative adottate dal legislatore interno per proiettare “oltre frontiera” alcuni precetti penali, prevedendo l’applicazione della legge penale a fatti extraterritoriali. In particolare, il riferimento è al decreto-legge 20/2023 (c.d. decreto Cutro) e al disegno di legge A.S. 824, da ultimo approvato definitivamente al Senato e divenuto legge (c.d. legge “Varchi”), in materia di contrasto alla surrogazione di maternità. Tali iniziative denotano la volontà del legislatore italiano di segnalare l’estrema rilevanza attribuita ai beni giuridici sottesi alle norme oggetto di disciplina, rivelando un utilizzo in chiave essenzialmente simbolica ed eticizzante dello strumento penale. Pur rimandando, all’apparenza, ad una dimensione universalistica dei valori in gioco, tali iniziative tralasciano paradossalmente di considerare la categoria dei crimini internazionali, espressione di un’istanza punitiva che dovrebbe rilevare per l’intera comunità degli Stati. Per questa categoria di crimini, il progetto inteso a dar vita ad un codice ad hoc che li includesse nella legislazione interna, in attuazione delle istanze di tutela espresse dallo Statuto della Corte penale internazionale, è stato accantonato. L’analisi del “reato universale” costituisce, dunque, l’occasione per riflettere criticamente su alcune recenti linee politicocriminali e, al contempo, per segnalare il perdurante ritardo nell’adeguarsi ai più elevati standard in materia di giustizia internazionale.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/544149
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact