Il contributo ha ad oggetto l’analisi della relazione tra esercizio della funzione amministrativa e dell’azione penale nel settore della tutela dell’ambiente. L’esame di alcune vicende giudiziarie particolarmente emblematiche fa emergere come il giudice penale — pur con la lodevole finalità di garantire la più elevata tutela del bene ambiente — abbia in più occasioni sottoposto a verifica l’esercizio dell’attività amministrativa ben al di fuori dei confini del “penalmente rilevante”, con conseguenti forzature del sistema tali da comportare una vera e propria sostituzione del primo alla seconda. Nell’indagare le criticità connesse a tale prassi, l’autore prospetta alcune soluzioni per una ricomposizione della relazione tra poteri in un’ottica di tipo cooperativo, finalizzata a garantire una tutela integrata dell’ambiente rispettosa delle competenze istituzionali.
This paper aims at analyzing the relationship between the exercise of the administrative function and criminal prosecution, in the field of environmental protection. The examination of some emblematic case-law highlights how the criminal judge — despite the laudable aim of guaranteeing the highest protection of the environment — has on several occasions subjected the exercise of administrative activity outside the boundaries of the “criminally relevant”. This resulted in clear forcing of the system, such as to involve a real substitution of the judge for the public administration. In investigating the critical issues connected to this praxis, the author proposes some solutions for a reassessment of the relationship between powers from a cooperative perspective, aimed at guaranteeing integrated protection of the environment, with the respect of institutional competences.
Gli incerti confini tra azione penale e funzione amministrativa nel settore della tutela ambientale: la prospettiva della integrazione collaborativa
calabro'
2024
Abstract
Il contributo ha ad oggetto l’analisi della relazione tra esercizio della funzione amministrativa e dell’azione penale nel settore della tutela dell’ambiente. L’esame di alcune vicende giudiziarie particolarmente emblematiche fa emergere come il giudice penale — pur con la lodevole finalità di garantire la più elevata tutela del bene ambiente — abbia in più occasioni sottoposto a verifica l’esercizio dell’attività amministrativa ben al di fuori dei confini del “penalmente rilevante”, con conseguenti forzature del sistema tali da comportare una vera e propria sostituzione del primo alla seconda. Nell’indagare le criticità connesse a tale prassi, l’autore prospetta alcune soluzioni per una ricomposizione della relazione tra poteri in un’ottica di tipo cooperativo, finalizzata a garantire una tutela integrata dell’ambiente rispettosa delle competenze istituzionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.