Il presente articolo intende ricostruire le critiche che Franz Neumann ha rivolto nel corso degli anni a Carl Schmitt, in quanto rappresentano delle posizioni utili a integrare il dibattito attuale sul liberalismo autoritario, concetto coniato da Hermann Heller in riferimento a un intervento tenuto da Schmitt nel 1932. Dopo la proposta iniziale di una costituzione economica che va in direzione diametralmente opposta tanto al liberalismo autoritario schmittiano, quanto alla costituzione economica neoliberale del dopoguerra, Neumann offre una lettura del liberalismo autoritario alla luce retrospettiva della vittoria del nazionalsocialismo, da un lato travisando la proposta di Schmitt, dall’altro interpretandolo originalmente come una via per il fascismo, dunque con differenze evidenti rispetto alle interpretazioni più consuete, centrate sul rapporto tra liberalismo autoritario e ordoliberalismo. Nell’ultima fase della sua riflessione torna sulla questione offrendo una lettura del fascismo come bisogno di uno Stato forte, da parte dei detentori del potere economico, contro le rivendicazioni democratiche, ma lavora contemporaneamente intorno alla logica di funzionamento e alle condizioni storico-sociali di possibilità dei movimenti regressivi e dei quadri giuridico-politici autoritari, andando oltre la griglia di lettura economica e analizzando il ruolo dell’angoscia politica nei processi di identificazione con i capi. Oltre a restituire un momento importante della crisi weimariana, queste fasi del pensiero di Neumann sono utili a inquadrare storicamente il rapporto tra capitalismo e autoritarismo politico, nonché a gettare una luce inquieta sui neoliberalismi autoritari odierni.
Da Weimar allo stato forte liberale e al fascismo. Sull’utilità della critica di Franz Neumann a Carl Schmitt per il dibattito sul liberalismo autoritario
Gianvito Brindisi
2024
Abstract
Il presente articolo intende ricostruire le critiche che Franz Neumann ha rivolto nel corso degli anni a Carl Schmitt, in quanto rappresentano delle posizioni utili a integrare il dibattito attuale sul liberalismo autoritario, concetto coniato da Hermann Heller in riferimento a un intervento tenuto da Schmitt nel 1932. Dopo la proposta iniziale di una costituzione economica che va in direzione diametralmente opposta tanto al liberalismo autoritario schmittiano, quanto alla costituzione economica neoliberale del dopoguerra, Neumann offre una lettura del liberalismo autoritario alla luce retrospettiva della vittoria del nazionalsocialismo, da un lato travisando la proposta di Schmitt, dall’altro interpretandolo originalmente come una via per il fascismo, dunque con differenze evidenti rispetto alle interpretazioni più consuete, centrate sul rapporto tra liberalismo autoritario e ordoliberalismo. Nell’ultima fase della sua riflessione torna sulla questione offrendo una lettura del fascismo come bisogno di uno Stato forte, da parte dei detentori del potere economico, contro le rivendicazioni democratiche, ma lavora contemporaneamente intorno alla logica di funzionamento e alle condizioni storico-sociali di possibilità dei movimenti regressivi e dei quadri giuridico-politici autoritari, andando oltre la griglia di lettura economica e analizzando il ruolo dell’angoscia politica nei processi di identificazione con i capi. Oltre a restituire un momento importante della crisi weimariana, queste fasi del pensiero di Neumann sono utili a inquadrare storicamente il rapporto tra capitalismo e autoritarismo politico, nonché a gettare una luce inquieta sui neoliberalismi autoritari odierni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.