La protezione dell’ambiente durante un conflitto armato, sia esso interno oppure internazionale, sembra rappresentare una sfida particolarmente complessa per l’odierna Comunità internazionale. Nonostante le disposizioni del I Protocollo addizionale del 1977 alle quattro convenzioni di Ginevra e la Convenzione sul divieto di uso di tecniche di modiche ambientali (ENMOD) del 1978, nella prassi dei conflitti armati gli Stati sembrano ignorare queste norme convenzionali, con danni irreversibili e permanenti sull’ambiente in cui ha luogo un conflitto armato. Di fronte a questo generale disinteresse degli Stati belligeranti nella protezione dell’ambiente, sembra essere di particolare rilievo il ruolo del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). L’UNEP collabora con 42 Stati a livello internazionale sia nell’ambito di operazioni preventive di tutela dell’ambiente, con riguardo a Stati particolarmente fragili sotto il versante geopolitico che potrebbero essere interessati da disordini interni o conflitti armati internazionali, oppure elaborando strategie di sensibilizzazione e rafforzamento della tutela ambientale in territori recentemente interessati da conflitti armati internazionali. Pertanto, l’attività dell’UNEP appare pivotale sia nello sviluppo di partenariati che contribuiscono a rafforzare good practices internazionali per quanto concerne la tutela e la preservazione dell’ambiente, sia nella concreta attuazione di comportamenti di protezione ambientale che altrimenti rimarrebbero inattuati da Stati che non possiedono le capacità economiche per mettere in sicurezza l’ambiente naturale nel proprio territorio o non sono in grado di sviluppare le necessarie competenze scientifiche per una corretta gestione delle loro risorse naturali.
Conflitti armati e tutela ambientale: l’azione preventiva e di post- conflict management dell’UNEP
Francesco Gaudiosi
2021
Abstract
La protezione dell’ambiente durante un conflitto armato, sia esso interno oppure internazionale, sembra rappresentare una sfida particolarmente complessa per l’odierna Comunità internazionale. Nonostante le disposizioni del I Protocollo addizionale del 1977 alle quattro convenzioni di Ginevra e la Convenzione sul divieto di uso di tecniche di modiche ambientali (ENMOD) del 1978, nella prassi dei conflitti armati gli Stati sembrano ignorare queste norme convenzionali, con danni irreversibili e permanenti sull’ambiente in cui ha luogo un conflitto armato. Di fronte a questo generale disinteresse degli Stati belligeranti nella protezione dell’ambiente, sembra essere di particolare rilievo il ruolo del Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). L’UNEP collabora con 42 Stati a livello internazionale sia nell’ambito di operazioni preventive di tutela dell’ambiente, con riguardo a Stati particolarmente fragili sotto il versante geopolitico che potrebbero essere interessati da disordini interni o conflitti armati internazionali, oppure elaborando strategie di sensibilizzazione e rafforzamento della tutela ambientale in territori recentemente interessati da conflitti armati internazionali. Pertanto, l’attività dell’UNEP appare pivotale sia nello sviluppo di partenariati che contribuiscono a rafforzare good practices internazionali per quanto concerne la tutela e la preservazione dell’ambiente, sia nella concreta attuazione di comportamenti di protezione ambientale che altrimenti rimarrebbero inattuati da Stati che non possiedono le capacità economiche per mettere in sicurezza l’ambiente naturale nel proprio territorio o non sono in grado di sviluppare le necessarie competenze scientifiche per una corretta gestione delle loro risorse naturali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.