Il dibattito europeo sul tema della conciliazione vita-lavoro si è intensificato in sede accademica e politico-legislativa in occasione dell’adozione delle normative attuative della direttiva 2019/1158/UE. L’obiettivo dell’articolo è mostrare le potenzialità e i limiti del diritto di richiedere modalità di lavoro flessibili, diritto introdotto dalla nuova direttiva (art. 9, co. 2) a favore dei genitori e dei caregivers. Dopo aver individuato la portata del precetto comunitario, l’a. si domanda se, ed in che misura, la normativa europea circoscriva la discrezionalità vautativa del datore di lavoro nel decidere in merito all’accoglimento della suddetta richiesta. L’idea di fondo è che il diritto di richiedere modalità di lavoro flessibili possa essere accostato al diritto ad un accomodamento ragionevole e che richieda un analogo contemperamento tra gli interessi del lavoratore e del datore di lavoro. La tesi viene argomentata anche sulla scorta dell’evoluzione della giurisprudenza nazionale in materia. Nell’ultima parte del saggio l’autore pone a confronto la normativa dell’Ue con quella italiana che presenta vistose lacune giacché si limita a riservare a talune categorie la priorità di accesso al lavoro agile (art. 4 del d.lgs. n. 105 del 2022). Tuttavia, l’a. delinea alcune prospettive sul piano interpretativo al fine di superare i dubbi di conformità con il diritto dell’Ue, ritenendo, in particolare, che dal divieto di discriminazione per ragioni di cura personale o familiare, introdotto dalla normativa italiana, possa ricavarsi una sorta di obbligo di accomodamento ragionevole a favore dei genitori e dei prestatori di assistenza.

Work-life balance, flessibilità dell’orario di lavoro e discriminazioni

Raffaello Santagata de Castro
2023

Abstract

Il dibattito europeo sul tema della conciliazione vita-lavoro si è intensificato in sede accademica e politico-legislativa in occasione dell’adozione delle normative attuative della direttiva 2019/1158/UE. L’obiettivo dell’articolo è mostrare le potenzialità e i limiti del diritto di richiedere modalità di lavoro flessibili, diritto introdotto dalla nuova direttiva (art. 9, co. 2) a favore dei genitori e dei caregivers. Dopo aver individuato la portata del precetto comunitario, l’a. si domanda se, ed in che misura, la normativa europea circoscriva la discrezionalità vautativa del datore di lavoro nel decidere in merito all’accoglimento della suddetta richiesta. L’idea di fondo è che il diritto di richiedere modalità di lavoro flessibili possa essere accostato al diritto ad un accomodamento ragionevole e che richieda un analogo contemperamento tra gli interessi del lavoratore e del datore di lavoro. La tesi viene argomentata anche sulla scorta dell’evoluzione della giurisprudenza nazionale in materia. Nell’ultima parte del saggio l’autore pone a confronto la normativa dell’Ue con quella italiana che presenta vistose lacune giacché si limita a riservare a talune categorie la priorità di accesso al lavoro agile (art. 4 del d.lgs. n. 105 del 2022). Tuttavia, l’a. delinea alcune prospettive sul piano interpretativo al fine di superare i dubbi di conformità con il diritto dell’Ue, ritenendo, in particolare, che dal divieto di discriminazione per ragioni di cura personale o familiare, introdotto dalla normativa italiana, possa ricavarsi una sorta di obbligo di accomodamento ragionevole a favore dei genitori e dei prestatori di assistenza.
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