Stefania Filo Speziale (1905-1988), prima donna laureata in Architettura a Napoli e allieva di Marcello Canino, ha deciso di far perdere le proprie tracce distruggendo il suo archivio di progetti, rendendo pertanto difficile il tentativo di ricostruirne la figura professionale. Senza soffermarsi sulle opere più celebri, come il cinema-teatro Metropolitan e palazzo Della Morte, questo contributo prende in considerazione la sua attività matura, ma meno esplorata, svolta nella prima metà degli anni Cinquanta, segnati, nel 1958 dall’ultimazione del grattacielo della Società Cattolica di Assicurazioni. La lettura complessiva e il “riordino” cronologico di tale attività, tra cui l’inedito «fabbricato per civili abitazioni» a Parco Carelli, possono concorrere a una comprensione più ampia della produzione della progettista, oltre i luoghi comuni. Sempre attenta «all'esigenza dettata dal fattore psicologico» degli abitanti, cui destina spazi a verde e luoghi sociali, propone la diversificazione compositiva tipo-morfologica degli edifici, con piante spezzate e gioco di volumi, e della texture delle superfici. In particolare, nel “laboratorio” dell’INA-Casa, come i quartieri a Capodichino (1951) e ad Agnano (1953), si avvale della ricerca sperimentale sul paesaggio urbano. Ne emerge una personalità capace di interpretare l’evoluzione della modernità e profondamente inserita nel contesto culturale degli anni Cinquanta.
Sulle tracce di Stefania Filo Speziale prima del grattacielo
Carolina De Falco
2023
Abstract
Stefania Filo Speziale (1905-1988), prima donna laureata in Architettura a Napoli e allieva di Marcello Canino, ha deciso di far perdere le proprie tracce distruggendo il suo archivio di progetti, rendendo pertanto difficile il tentativo di ricostruirne la figura professionale. Senza soffermarsi sulle opere più celebri, come il cinema-teatro Metropolitan e palazzo Della Morte, questo contributo prende in considerazione la sua attività matura, ma meno esplorata, svolta nella prima metà degli anni Cinquanta, segnati, nel 1958 dall’ultimazione del grattacielo della Società Cattolica di Assicurazioni. La lettura complessiva e il “riordino” cronologico di tale attività, tra cui l’inedito «fabbricato per civili abitazioni» a Parco Carelli, possono concorrere a una comprensione più ampia della produzione della progettista, oltre i luoghi comuni. Sempre attenta «all'esigenza dettata dal fattore psicologico» degli abitanti, cui destina spazi a verde e luoghi sociali, propone la diversificazione compositiva tipo-morfologica degli edifici, con piante spezzate e gioco di volumi, e della texture delle superfici. In particolare, nel “laboratorio” dell’INA-Casa, come i quartieri a Capodichino (1951) e ad Agnano (1953), si avvale della ricerca sperimentale sul paesaggio urbano. Ne emerge una personalità capace di interpretare l’evoluzione della modernità e profondamente inserita nel contesto culturale degli anni Cinquanta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.