Le motivazioni individuali ai piani bassi di una struttura aziendale costituiscono uno stimolante oggetto di analisi non solo degli studi organizzativi tout court, ma anche delle discipline sociologiche. Ebbene, in questo articolo Angelo Volpe mette in evidenza una serie di micro-dinamiche sociali, mostrando che ciò che “fermenta” ai piani bassi di un’azienda, o di un qualunque consesso, può incidere fortemente sulla sua leadership e, talvolta, sulla struttura stessa della sua organizzazione. Dalle riflessioni esposte in questo lavoro, possono scaturire numerose implicazioni. La più importante concerne il carattere ontologico dell’imprenditorialità. L’imprenditorialità, cioè, qualunque sia il suo livello, è una qualità umana, e – seppure sottoforma di seme – è presente in tutti gli individui. Dalle ricerche, infatti, emerge chiaramente il sottile piacere che si prova quando si scopre di poter fornire servizi e prestazioni rare, e – come viene mostrato nell’articolo - chiunque può ritrovarsi in una condizione del genere e, quando accade, può perfino scoprire di essere in grado di mutare la struttura del gruppo e la propria collocazione al suo interno. Quel seme, dunque, è presente in tutti gli individui, e un’organizzazione può determinare le condizioni ottimali perché avvenga la germinazione e la fioritura. Ciò posto, si può tranquillamente traslare questa metafora, passando dalla flora alla fauna, e pensare ai pinguini. I pinguini – si sa – sono buffe creature. Con le loro zampe troppo corte, ad esempio, sembrano barcollare più che camminare. È dunque comprensibile chiedersi come l’evoluzione abbia potuto produrre simili goffi animali. Ma non appena saltano dalla terra in acqua, tutto cambia. Sott’acqua, infatti, essi diventano veloci, agili e finanche gioiosi! Il pinguino – qui – costituisce ovviamente una metafora, e questa metafora pone in risalto il potere del contesto. L’ambiente in cui operiamo, cioè, determina, o può determinare, quanto del nostro innato potenziale possiamo manifestare. E non è un caso che, ogni volta che l’umanità si è spostata verso una nuova fase della coscienza, il nuovo modello organizzativo che essa ha sviluppato ha consentito al nostro talento e alle nostre potenzialità di svilupparsi un po’ di più. Oggi, però, molte organizzazioni sono in crisi. Al loro interno, gli esseri umani, soprattutto coloro che si trovano ai piani bassi, sembra barcollino come pinguini sulla terraferma, e questo perché il loro talento e le loro potenzialità sono verosimilmente limitate dai molti mali della vita aziendale: dalla politica, dai problemi di comunicazione, dalle guerre intestine, dalla burocrazia e finanche dalla resistenza al cambiamento. Le aziende non hanno di certo l’assoluta responsabilità della non-fioritura dei propri dipendenti – per riprendere la metafora di cui sopra – poiché si tratta, come è evidente, di una questione psicologica che concerne il loro vissuto personale; ma possono senz’altro incidere sul contesto, fertilizzandolo e rendendolo quanto più idoneo alla loro crescita e, per strascico, alla creazione di valore per tutti gli stakeholders.

Le motivazioni individuali ai piani bassi delle organizzazioni

Angelo Volpe
2023

Abstract

Le motivazioni individuali ai piani bassi di una struttura aziendale costituiscono uno stimolante oggetto di analisi non solo degli studi organizzativi tout court, ma anche delle discipline sociologiche. Ebbene, in questo articolo Angelo Volpe mette in evidenza una serie di micro-dinamiche sociali, mostrando che ciò che “fermenta” ai piani bassi di un’azienda, o di un qualunque consesso, può incidere fortemente sulla sua leadership e, talvolta, sulla struttura stessa della sua organizzazione. Dalle riflessioni esposte in questo lavoro, possono scaturire numerose implicazioni. La più importante concerne il carattere ontologico dell’imprenditorialità. L’imprenditorialità, cioè, qualunque sia il suo livello, è una qualità umana, e – seppure sottoforma di seme – è presente in tutti gli individui. Dalle ricerche, infatti, emerge chiaramente il sottile piacere che si prova quando si scopre di poter fornire servizi e prestazioni rare, e – come viene mostrato nell’articolo - chiunque può ritrovarsi in una condizione del genere e, quando accade, può perfino scoprire di essere in grado di mutare la struttura del gruppo e la propria collocazione al suo interno. Quel seme, dunque, è presente in tutti gli individui, e un’organizzazione può determinare le condizioni ottimali perché avvenga la germinazione e la fioritura. Ciò posto, si può tranquillamente traslare questa metafora, passando dalla flora alla fauna, e pensare ai pinguini. I pinguini – si sa – sono buffe creature. Con le loro zampe troppo corte, ad esempio, sembrano barcollare più che camminare. È dunque comprensibile chiedersi come l’evoluzione abbia potuto produrre simili goffi animali. Ma non appena saltano dalla terra in acqua, tutto cambia. Sott’acqua, infatti, essi diventano veloci, agili e finanche gioiosi! Il pinguino – qui – costituisce ovviamente una metafora, e questa metafora pone in risalto il potere del contesto. L’ambiente in cui operiamo, cioè, determina, o può determinare, quanto del nostro innato potenziale possiamo manifestare. E non è un caso che, ogni volta che l’umanità si è spostata verso una nuova fase della coscienza, il nuovo modello organizzativo che essa ha sviluppato ha consentito al nostro talento e alle nostre potenzialità di svilupparsi un po’ di più. Oggi, però, molte organizzazioni sono in crisi. Al loro interno, gli esseri umani, soprattutto coloro che si trovano ai piani bassi, sembra barcollino come pinguini sulla terraferma, e questo perché il loro talento e le loro potenzialità sono verosimilmente limitate dai molti mali della vita aziendale: dalla politica, dai problemi di comunicazione, dalle guerre intestine, dalla burocrazia e finanche dalla resistenza al cambiamento. Le aziende non hanno di certo l’assoluta responsabilità della non-fioritura dei propri dipendenti – per riprendere la metafora di cui sopra – poiché si tratta, come è evidente, di una questione psicologica che concerne il loro vissuto personale; ma possono senz’altro incidere sul contesto, fertilizzandolo e rendendolo quanto più idoneo alla loro crescita e, per strascico, alla creazione di valore per tutti gli stakeholders.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/514769
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