L’impronta femminile nei paesaggi d’architettura Il viaggio di Ulisse rappresenta la descrizione di un percorso immaginario, a tappe, che simboleggia la vita dell’uomo costretto ad affrontare problemi e occasioni, spesso previsti talvolta inattesi, dove la figura femminile ne condiziona, nel bene e nel male, le alterne vicende, mentre l’architettura, che fa da sfondo al racconto, raffigura i paesaggi interiori dell’essere umano, da sempre errante, dove ogni casa è un tempio. La casa è intesa come dimora dell’anima, luogo intimo per esternalizzare la dimensione interiore dove ciascuna delle donne incontrate da Ulisse né attribuisce un forte valore simbolico: dall’accoglienza al ristoro, dal rifugio allo svago, dalla fuga alla libertà, come un sogno mai appagato. L’interno domestico analogamente, nella sua duale complementarietà archetipica di Hermes e Hestìa, costituisce quell’apparato sintattico e articolatore in cui, al tema della soglia intesa come limen che rappresenta il passaggio attraverso la porta -frontiera, approdo- si fonde con l’idea del focolare funzionale allo spazio del desinare tipico del convivio. Alcune ambientazioni rappresentate da scavi e innesti nei e sui faraglioni, o da forme spaziali organiche sono contestualizzate nella terra dei Ciclopi (Aci Trezza), e promuovono immagini oniriche e racconti di un mito che si materializza in visioni di architetture espresse attraverso colori, tessuti e arredi che insieme al paesaggio dialogano amabilmente con il vento caldo, la brezza marina, gli scogli affioranti, i fiori africani e le case bianche.
L'impronta femminile nei paesaggi di architettura
Marco Borrelli
2021
Abstract
L’impronta femminile nei paesaggi d’architettura Il viaggio di Ulisse rappresenta la descrizione di un percorso immaginario, a tappe, che simboleggia la vita dell’uomo costretto ad affrontare problemi e occasioni, spesso previsti talvolta inattesi, dove la figura femminile ne condiziona, nel bene e nel male, le alterne vicende, mentre l’architettura, che fa da sfondo al racconto, raffigura i paesaggi interiori dell’essere umano, da sempre errante, dove ogni casa è un tempio. La casa è intesa come dimora dell’anima, luogo intimo per esternalizzare la dimensione interiore dove ciascuna delle donne incontrate da Ulisse né attribuisce un forte valore simbolico: dall’accoglienza al ristoro, dal rifugio allo svago, dalla fuga alla libertà, come un sogno mai appagato. L’interno domestico analogamente, nella sua duale complementarietà archetipica di Hermes e Hestìa, costituisce quell’apparato sintattico e articolatore in cui, al tema della soglia intesa come limen che rappresenta il passaggio attraverso la porta -frontiera, approdo- si fonde con l’idea del focolare funzionale allo spazio del desinare tipico del convivio. Alcune ambientazioni rappresentate da scavi e innesti nei e sui faraglioni, o da forme spaziali organiche sono contestualizzate nella terra dei Ciclopi (Aci Trezza), e promuovono immagini oniriche e racconti di un mito che si materializza in visioni di architetture espresse attraverso colori, tessuti e arredi che insieme al paesaggio dialogano amabilmente con il vento caldo, la brezza marina, gli scogli affioranti, i fiori africani e le case bianche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.