Il Luca Giordano di Enzo Petraccone rappresenta il primo moderno tentativo di leggere l’opera del grande pittore del Seicento e di inquadrare la sua figura nel contesto del suo tempo. Influenzato dall’estetica di Croce ma non privo di autonomia di giudizio, il giovane studioso scrisse la monografia nel corso del 1914, dopo aver viaggiato molto e aver scandagliato biblioteche, archivi, musei e collezioni private. Partito per la guerra, morì il 15 giugno 1918 senza vedere pubblicato il suo lavoro. Sarebbe stato Croce a curare la versione editoriale nel 1919 che raccolse critiche generalmente positive e una stroncatura destinata a pesare negli studi futuri: quella di Roberto Longhi, coetaneo di Petraccone ma già penna di riferimento della critica italiana che, nel rispondere agli attacchi ricevuti dallo studioso lucano in merito al suo metodo di lettura delle opere, giudicò negativamente il volume, valutando ancora poco maturo il suo autore. Questo saggio intende analizzare l’opera di Petraccone, soffermandosi tanto sulle fonti e sul metodo adoperati quanto sul giudizio che egli diede di Giordano, nel tentativo di comprendere quale sia stato il suo ruolo negli studi successivi sul pittore e cosa abbia rappresentato la querelle a distanza con Longhi.
Luca Giordano by Enzo Petraccone represents the first modern attempt to interpret the work of the great seventeenth century painter and to integrate him into the context of his time. Influenced by the aesthetics of Croce but not without his own judgements, the young scholar wrote the monograph throughout the course of 1914, after having traveled to and found leads in many libraries, archives, museums and private collections. He departed for the war, dying on 15 June 1918 without seeing the publication of his work. Croce went on to edit the version published in 1919 that generally earned positive criticism plus one very bad review which would be influential in future studies: that of Roberto Longhi, a contemporary of Petraccone but already an acknowledged reference in Italian criticism, who had criticized the Basilicata scholar’s method of reading the works, assessing it as indicative of the author’s immaturity. This essay intends to analyze the work of Petraccone focusing on much of the sources and the method adopted for his judgements on Giordano, in an attempt to understand the role he played in successive studies about the painter and the significance of his controversy with Longhi.
«(…) l’arte è libera per il genio che non soffre vincoli». Fonti, metodo e critica nel Luca Giordano di Enzo Petraccone fra Croce e Longhi
Brevetti G.
2022
Abstract
Il Luca Giordano di Enzo Petraccone rappresenta il primo moderno tentativo di leggere l’opera del grande pittore del Seicento e di inquadrare la sua figura nel contesto del suo tempo. Influenzato dall’estetica di Croce ma non privo di autonomia di giudizio, il giovane studioso scrisse la monografia nel corso del 1914, dopo aver viaggiato molto e aver scandagliato biblioteche, archivi, musei e collezioni private. Partito per la guerra, morì il 15 giugno 1918 senza vedere pubblicato il suo lavoro. Sarebbe stato Croce a curare la versione editoriale nel 1919 che raccolse critiche generalmente positive e una stroncatura destinata a pesare negli studi futuri: quella di Roberto Longhi, coetaneo di Petraccone ma già penna di riferimento della critica italiana che, nel rispondere agli attacchi ricevuti dallo studioso lucano in merito al suo metodo di lettura delle opere, giudicò negativamente il volume, valutando ancora poco maturo il suo autore. Questo saggio intende analizzare l’opera di Petraccone, soffermandosi tanto sulle fonti e sul metodo adoperati quanto sul giudizio che egli diede di Giordano, nel tentativo di comprendere quale sia stato il suo ruolo negli studi successivi sul pittore e cosa abbia rappresentato la querelle a distanza con Longhi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.