La storia dell’energia nucleare ha conosciuto in Italia diverse fasi. La prima, conosciuta come « fase eroica » degli inizi (1946 -1963), la seconda, riguardante il « decennio di stasi », che va dal 1963 al 1973, la terza iniziata con lo choc petrolifero del 1973 e conclusasi con l’incidente di Chernobyl nel 1986; l’ultima tappa, quella ricompresa tra il 1986 e il 1990, in cui si è dichiarato ufficialmente nel nostro Paese « l’abbandono del nucleare ». Nel 2010 si è avviato in Italia il nuovo piano energetico nazionale del 2008 che ha formalmente sancito il ritorno dell’energia nucleare in Italia. Con il decreto legislativo n. 31 del 2010 e con il nuovo programma nucleare è stata prevista la nuova normativa in materia di localizzazione e costruzione di nuove centrali, di sistemi di stoccaggio e di deposito dei rifiuti radioattivi. Tuttavia dopo l’incidente verificatosi in Giappone a Fukushima si è avuto l’inizio della quinta fase dell’excursus evolutivo con l’approvazione nel 2011 della « moratoria » in materia nucleare. Dopo 25 anni dal referendum del 1987, l’Italia si è ritrovata ad attraversare una fase di passaggio molto importante; infatti il 12 giugno 2011 con il secondo referendum nucleare gli italiani hanno votato per l’abrogazione delle norme c.d. nucleari. Il referendum ha segnato l’inizio di nuova fase nell’evoluzione del processo storico e normativo in materia di energia nucleare civile e che possiamo definire l’era del « Waste Management & Decommissioning », che vedrà l’agenda politica ed istituzionale dedicare attenzione (nel prossimo futuro, anche nel rispetto degli impegni comunitari) alla gestione dei rifiuti radioattivi e alle attività di smantellamento degli impianti dismessi, investendo in ricerca e sicurezza. Fino a quando non si realizzeranno impianti nucleari eco-sostenibili (di ultimissima generazione), dotati di migliori standards di sicurezza e tecnologicamente considerati più affidabili, solo le energie rinnovabili, « quelle vere e non quelle assimilate », potranno considerarsi ancora come l’opzione ecologicamente perfetta per offrire luce « pulita e sicura » al villaggio globale.

L' EVOLUZIONE DELLA LEGISLAZIONE ITALIANA NEL SETTORE DELL'ENERGIA ELETTRONUCLEARE NELL'ERA DELLA GREEN ECONOMY: IL FUTURO DEL «NUCLEARE CIVILE» DOPO FUKUSCIMA,

COLELLA L
2013

Abstract

La storia dell’energia nucleare ha conosciuto in Italia diverse fasi. La prima, conosciuta come « fase eroica » degli inizi (1946 -1963), la seconda, riguardante il « decennio di stasi », che va dal 1963 al 1973, la terza iniziata con lo choc petrolifero del 1973 e conclusasi con l’incidente di Chernobyl nel 1986; l’ultima tappa, quella ricompresa tra il 1986 e il 1990, in cui si è dichiarato ufficialmente nel nostro Paese « l’abbandono del nucleare ». Nel 2010 si è avviato in Italia il nuovo piano energetico nazionale del 2008 che ha formalmente sancito il ritorno dell’energia nucleare in Italia. Con il decreto legislativo n. 31 del 2010 e con il nuovo programma nucleare è stata prevista la nuova normativa in materia di localizzazione e costruzione di nuove centrali, di sistemi di stoccaggio e di deposito dei rifiuti radioattivi. Tuttavia dopo l’incidente verificatosi in Giappone a Fukushima si è avuto l’inizio della quinta fase dell’excursus evolutivo con l’approvazione nel 2011 della « moratoria » in materia nucleare. Dopo 25 anni dal referendum del 1987, l’Italia si è ritrovata ad attraversare una fase di passaggio molto importante; infatti il 12 giugno 2011 con il secondo referendum nucleare gli italiani hanno votato per l’abrogazione delle norme c.d. nucleari. Il referendum ha segnato l’inizio di nuova fase nell’evoluzione del processo storico e normativo in materia di energia nucleare civile e che possiamo definire l’era del « Waste Management & Decommissioning », che vedrà l’agenda politica ed istituzionale dedicare attenzione (nel prossimo futuro, anche nel rispetto degli impegni comunitari) alla gestione dei rifiuti radioattivi e alle attività di smantellamento degli impianti dismessi, investendo in ricerca e sicurezza. Fino a quando non si realizzeranno impianti nucleari eco-sostenibili (di ultimissima generazione), dotati di migliori standards di sicurezza e tecnologicamente considerati più affidabili, solo le energie rinnovabili, « quelle vere e non quelle assimilate », potranno considerarsi ancora come l’opzione ecologicamente perfetta per offrire luce « pulita e sicura » al villaggio globale.
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