Il contributo esamina la missione diplomatica dell’ambasciatore veneziano Leonardo Donà presso la corte di Madrid in uno dei periodi più complessi della seconda metà del secolo XVI: la guerra di Cipro (1570-1573). Alla corte di Filippo II, il futuro doge svolse un delicato e complesso incarico diplomatico. La durata della sua ambasceria coincise esattamente con gli anni della guerra e le circostanze della sua missione gravitarono tutte nell'orbita di quegli eventi. Nei tre anni trascorsi a corte mantenne costanti rapporti con il Sovrano e il suo entourage. Tra la formazione della Lega Santa, la battaglia di Lepanto e la pace stipulata da Venezia con l’Impero Ottomano, all'insaputa dei “Confederati” Leonardo Donà esercitò la sua missione diplomatica in modo esemplare: antepose gli interessi della Serenissima a qualsiasi considerazione personale e, con prudenza e accortezza, seppe affrontare la difficile missione di giustificare a Filippo II la pace raggiunta tra Venezia e la Sublime Porta. La corrispondenza dell'ambasciatore veneziano da Madrid indirizzata al Senato veneziano è ricca di considerazioni politiche di profondo valore morale, ispirate da un alto senso del dovere verso la Signoria e, soprattutto, guidate da una raffinata conoscenza dell’arte diplomatica. Donà rimase a Madrid fino al 17 settembre 1573.
Atmosfere di corte: Leonardo Donà e la mediazione diplomatica con Filippo II (1570-1573)
Claudia Pingaro
2022
Abstract
Il contributo esamina la missione diplomatica dell’ambasciatore veneziano Leonardo Donà presso la corte di Madrid in uno dei periodi più complessi della seconda metà del secolo XVI: la guerra di Cipro (1570-1573). Alla corte di Filippo II, il futuro doge svolse un delicato e complesso incarico diplomatico. La durata della sua ambasceria coincise esattamente con gli anni della guerra e le circostanze della sua missione gravitarono tutte nell'orbita di quegli eventi. Nei tre anni trascorsi a corte mantenne costanti rapporti con il Sovrano e il suo entourage. Tra la formazione della Lega Santa, la battaglia di Lepanto e la pace stipulata da Venezia con l’Impero Ottomano, all'insaputa dei “Confederati” Leonardo Donà esercitò la sua missione diplomatica in modo esemplare: antepose gli interessi della Serenissima a qualsiasi considerazione personale e, con prudenza e accortezza, seppe affrontare la difficile missione di giustificare a Filippo II la pace raggiunta tra Venezia e la Sublime Porta. La corrispondenza dell'ambasciatore veneziano da Madrid indirizzata al Senato veneziano è ricca di considerazioni politiche di profondo valore morale, ispirate da un alto senso del dovere verso la Signoria e, soprattutto, guidate da una raffinata conoscenza dell’arte diplomatica. Donà rimase a Madrid fino al 17 settembre 1573.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.