Alla luce delle sfide che attendono il nostro Paese sulla strada della definizione di un modello di sviluppo più resiliente, inclusivo e sostenibile, il percorso di programmazione delle infrastrutture e di selezione delle opzioni di policy da attuare deve arricchirsi di elementi innovativi che rendono più complesso, rispetto al passato, l’insieme informativo a disposizione del decisore pubblico. Si tratta di una complessità che deriva direttamente dalle caratteristiche di multidimensionalità e integrazione proprie del concetto di sostenibilità, molto evidenti nel framework identificato dall’Agenda 2030 e dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – SDGs. In questo contesto, i settori dei trasporti e della logistica svolgono un ruolo fondamentale di “cerniera” per garantire un processo di sviluppo che sappia coniugare il miglioramento del benessere dei cittadini attraverso migliori opportunità di mobilità con il giusto supporto alle attività economiche, attraverso infrastrutture e servizi maggiormente efficienti. Da questo punto di vista le scelte da condurre in ambito di modalità, infrastrutture e servizi connessi ai trasporti e alla logistica si intersecano direttamente con le principali dimensioni dello sviluppo sostenibile, società-economia-ambiente, con evidenti ricadute dirette su diversi SDGs. Gli impatti economici, in particolare con riferimento al sostegno alla crescita e la competitività dei sistemi produttivi e di commercio, si accompagnano infatti con gli impatti sociali, principalmente individuati sia con l’aumento di accessibilità dei territori e delle comunità locali sia con migliori fattori legati alla salute e alla sicurezza54 delle persone, e quelli di natura ambientale, in particolare connessi al contributo che il settore può fornire in termini di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Questa impostazione, che vede la sostenibilità al centro delle strategie sia di attori pubblici sia di soggetti privati, è ancora più determinante nel contesto europeo dove, l’ambizione di rendere l’Europa il primo continente “climaticamente neutro” al 2050, rende lo scenario programmatico e le scelte di policy fortemente ancorati su obiettivi e target di medio-lungo periodo particolarmente sfidanti. Come noto infatti, nell’ambito nel Green Deal europeo, il pacchetto Fit for 55 definisce gli impegni intermedi degli Stati membri sulla strada del pieno raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Legge europea sul clima. Questi obiettivi in particolare si prevedono un taglio del 55% delle emissioni da gas climalteranti entro il 2030, attraverso una serie di misure strettamente collegate che riguardano, tra le atre cose, modifiche dell’European Trading Mechanism (EU ETS)55, incremento dei target per i settori non coperti dall’ETS (incluso quello dei trasporti), nuovi standard emissivi per i mezzi di trasporto (auto e van), infrastrutture per i carburanti alternativi e stimolo per l’utilizzo di carburanti alternativi nel settore aereo e marittimo56. Nello specifico per quanto riguarda i settori non ETS, che rappresentano circa il 60% del totale delle emissioni dell’UE, il pacchetto prevede attualmente un aumento del target di riduzione delle emissioni dal 29 al 40% rispetto ai valori del 2005, che tuttavia trova una declinazione diversa per ciascun Stato membro in ragione di specifiche circostanze e che si traduce, nel caso italiano, a un obiettivo di riduzione pari al 43,7%.

LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE E LA RESILIENZA

Carteni Armando;
2022

Abstract

Alla luce delle sfide che attendono il nostro Paese sulla strada della definizione di un modello di sviluppo più resiliente, inclusivo e sostenibile, il percorso di programmazione delle infrastrutture e di selezione delle opzioni di policy da attuare deve arricchirsi di elementi innovativi che rendono più complesso, rispetto al passato, l’insieme informativo a disposizione del decisore pubblico. Si tratta di una complessità che deriva direttamente dalle caratteristiche di multidimensionalità e integrazione proprie del concetto di sostenibilità, molto evidenti nel framework identificato dall’Agenda 2030 e dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – SDGs. In questo contesto, i settori dei trasporti e della logistica svolgono un ruolo fondamentale di “cerniera” per garantire un processo di sviluppo che sappia coniugare il miglioramento del benessere dei cittadini attraverso migliori opportunità di mobilità con il giusto supporto alle attività economiche, attraverso infrastrutture e servizi maggiormente efficienti. Da questo punto di vista le scelte da condurre in ambito di modalità, infrastrutture e servizi connessi ai trasporti e alla logistica si intersecano direttamente con le principali dimensioni dello sviluppo sostenibile, società-economia-ambiente, con evidenti ricadute dirette su diversi SDGs. Gli impatti economici, in particolare con riferimento al sostegno alla crescita e la competitività dei sistemi produttivi e di commercio, si accompagnano infatti con gli impatti sociali, principalmente individuati sia con l’aumento di accessibilità dei territori e delle comunità locali sia con migliori fattori legati alla salute e alla sicurezza54 delle persone, e quelli di natura ambientale, in particolare connessi al contributo che il settore può fornire in termini di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Questa impostazione, che vede la sostenibilità al centro delle strategie sia di attori pubblici sia di soggetti privati, è ancora più determinante nel contesto europeo dove, l’ambizione di rendere l’Europa il primo continente “climaticamente neutro” al 2050, rende lo scenario programmatico e le scelte di policy fortemente ancorati su obiettivi e target di medio-lungo periodo particolarmente sfidanti. Come noto infatti, nell’ambito nel Green Deal europeo, il pacchetto Fit for 55 definisce gli impegni intermedi degli Stati membri sulla strada del pieno raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Legge europea sul clima. Questi obiettivi in particolare si prevedono un taglio del 55% delle emissioni da gas climalteranti entro il 2030, attraverso una serie di misure strettamente collegate che riguardano, tra le atre cose, modifiche dell’European Trading Mechanism (EU ETS)55, incremento dei target per i settori non coperti dall’ETS (incluso quello dei trasporti), nuovi standard emissivi per i mezzi di trasporto (auto e van), infrastrutture per i carburanti alternativi e stimolo per l’utilizzo di carburanti alternativi nel settore aereo e marittimo56. Nello specifico per quanto riguarda i settori non ETS, che rappresentano circa il 60% del totale delle emissioni dell’UE, il pacchetto prevede attualmente un aumento del target di riduzione delle emissioni dal 29 al 40% rispetto ai valori del 2005, che tuttavia trova una declinazione diversa per ciascun Stato membro in ragione di specifiche circostanze e che si traduce, nel caso italiano, a un obiettivo di riduzione pari al 43,7%.
2022
Carteni, Armando; Cascetta, Ennio; Ciferri, Davide
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