A partire dalla fine degli anni ‘90 l’America latina esce da quelli che vengono considerati gli anni del Washington Consensus e dell’ortodossia neoliberale che avevano caratterizzato il ventennio precedente. Una serie di governi di centro-sinistra vengono a caratterizzarsi per la marcata attenzione alle politiche di integrazione continentali e per la ricerca di un’autonomia politica rispetto agli Stati Uniti che, senza diventare mai conflitto aperto, assume spesso toni marcati. Governi come quello brasiliano di Lula da Silva, quello venezuelano di Hugo Chávez, il boliviano di Evo Morales, l’argentino di Néstor Kirchner e altri, cambiano completamente il panorama politico continentale riportando in auge il ruolo dello Stato e mettendo l’accento su una rinnovata attenzione per politiche pubbliche di riduzione della povertà e del disagio sociale. Il saggio, pubblicato sulla rivista edita dalla rivista del SISDE, Sistema d’Informazione per la Sicurezza Della Repubblica, analizza che valore strutturale è possibile attribuire al percorso storico dei governi integrazionisti latinoamericani, culminata nel dicembre 2007, nella fondazione del Banco del Sur, su come si sta modificando il ruolo degli Stati Uniti in un cortile di casa dove, per la prima volta dal riflusso dell'impero britannico, e ben più di quanto non avesse ambito a fare l'Unione Sovietica, altri attori, come la Cina, l'India, la stessa Unione Europea ed il commercio Sud-Sud stanno ricavando quote di mercato e politiche sempre più importanti. L’idea dell’autore è che proprio i processi storici latinoamericani rappresentino la palestra per la costruzione di un mondo multipolare.

Il nuovo volto dell’America latina

CAROTENUTO, GENNARO
2007

Abstract

A partire dalla fine degli anni ‘90 l’America latina esce da quelli che vengono considerati gli anni del Washington Consensus e dell’ortodossia neoliberale che avevano caratterizzato il ventennio precedente. Una serie di governi di centro-sinistra vengono a caratterizzarsi per la marcata attenzione alle politiche di integrazione continentali e per la ricerca di un’autonomia politica rispetto agli Stati Uniti che, senza diventare mai conflitto aperto, assume spesso toni marcati. Governi come quello brasiliano di Lula da Silva, quello venezuelano di Hugo Chávez, il boliviano di Evo Morales, l’argentino di Néstor Kirchner e altri, cambiano completamente il panorama politico continentale riportando in auge il ruolo dello Stato e mettendo l’accento su una rinnovata attenzione per politiche pubbliche di riduzione della povertà e del disagio sociale. Il saggio, pubblicato sulla rivista edita dalla rivista del SISDE, Sistema d’Informazione per la Sicurezza Della Repubblica, analizza che valore strutturale è possibile attribuire al percorso storico dei governi integrazionisti latinoamericani, culminata nel dicembre 2007, nella fondazione del Banco del Sur, su come si sta modificando il ruolo degli Stati Uniti in un cortile di casa dove, per la prima volta dal riflusso dell'impero britannico, e ben più di quanto non avesse ambito a fare l'Unione Sovietica, altri attori, come la Cina, l'India, la stessa Unione Europea ed il commercio Sud-Sud stanno ricavando quote di mercato e politiche sempre più importanti. L’idea dell’autore è che proprio i processi storici latinoamericani rappresentino la palestra per la costruzione di un mondo multipolare.
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