Leggere la produzione di Pasolini interpretandola in senso meramente letterale conduce a fraintenderne il significato, depauperandolo della sua polisemia e dei suoi continui rimandi a dimension altre. Fin dalle prose giovanili, che ben si inseriscono nel côté primonovecentesco, Pasolini esprime infatti una personale estetica (aisthesis) legata a uno esplicitamente dichiarato ‘sguardo da poeta’, tutto rivolto allo svelamento delle segrete analogie fra gli elementi del reale e fra questi e il soggetto umano. Di qui l’uso dell’analogia e della metafora in funzione conoscitiva di una realtà percepita come complessa rete di significati, in cui il familiare (heimliche) si apre all'interno dell’estraneo perturbante (unheimliche). Di qui la collocazione 'en poéte' di Pasolini, nella cui prospettiva va letta la sua intera produzione.
«Io so scrivere solo in quanto poeta». Per una interpretazione “non letterale” del testo pasoliniano
Daniela Carmosino
2022
Abstract
Leggere la produzione di Pasolini interpretandola in senso meramente letterale conduce a fraintenderne il significato, depauperandolo della sua polisemia e dei suoi continui rimandi a dimension altre. Fin dalle prose giovanili, che ben si inseriscono nel côté primonovecentesco, Pasolini esprime infatti una personale estetica (aisthesis) legata a uno esplicitamente dichiarato ‘sguardo da poeta’, tutto rivolto allo svelamento delle segrete analogie fra gli elementi del reale e fra questi e il soggetto umano. Di qui l’uso dell’analogia e della metafora in funzione conoscitiva di una realtà percepita come complessa rete di significati, in cui il familiare (heimliche) si apre all'interno dell’estraneo perturbante (unheimliche). Di qui la collocazione 'en poéte' di Pasolini, nella cui prospettiva va letta la sua intera produzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.