La comune ispirazione delle legislazioni di gran parte dei Paesi Europei alla Direttive dell’UE consente di rilevare fra le relative normative analogie e parallelismi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il datore di lavoro è considerato il principale responsabile delle violazioni della normativa antinfortunistica, laddove, pur avvalendosi delle competenze di un RSP (variamente denominato), di un dirigente, del medico di base, nonché della collaborazione consultiva di altri soggetti o organismi, è obbligato in prima persona a garantire la sicurezza su luoghi di lavoro e ne risponde anche sotto il profilo penale. Con l’avvento della pandemia da Coronavirus, i legislatori di quasi tutti i Paesi hanno emanato una serie di provvedimenti, da fonti primarie e secondarie, in conformità alle direttive e alle raccomandazioni della U.E., per la tutela dei lavoratori sia in via preventiva, sia per le provvidenze da erogare in caso di contrazione del morbo. L'impatto del Covid-19 sulla sicurezza e la salute dei lavoratori è stato enorme: dallo sviluppo di nuove modalità lavorative, come lo “smart working” che ha avuto anche rifessi negativi sui lavoratori che si sono sentiti isolati dal contesto lavorativo; ha aumentato lo stress fisico e psichico sui luoghi di lavoro; ha creato disagi e contrasti per i vincoli sanitari, gli obblighi di vaccinazione, le ferie “obbligate”, la sospensione dal lavoro; ha aumentato la disoccupazione per la chiusura di numerose aziende. In definitiva, al di là delle segnalate convergenze e differenze operative tra le legislazioni dei Paesi considerati, può registrarsi una generale marcata sensibilità sui problemi della sicurezza sul lavoro e la salute dei lavoratori, con interventi normativi e indirizzi giurisprudenziali attenti anche alle nuove tecniche lavorative, alle attrezzature più sofisticate, alle materie impiegate nella produzione. Il dettato legislativo, ancorché aggiornato e in continua evoluzione per adeguare le norme antinfortunistiche alle molteplici esigenze dell’industria e delle aziende operanti in tutti i settori, rimane però una sterile e formale enunciazione di regole se non correttamente applicato e rispettato. Le numerose morti sul lavoro degli ultimi tempi dimostrano che il percorso di maturazione di tutti gli addetti ai lavori, o di alcuni di essi, per l’acquisizione di una soddisfacente cultura generale della sicurezza attraverso attività di prevenzione, di informazione, di formazione, non è ancora completato.

La sicurezza sul lavoro: uno sguardo ai principali Paesi Europei e agli USA

Andrea Russo
2022

Abstract

La comune ispirazione delle legislazioni di gran parte dei Paesi Europei alla Direttive dell’UE consente di rilevare fra le relative normative analogie e parallelismi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il datore di lavoro è considerato il principale responsabile delle violazioni della normativa antinfortunistica, laddove, pur avvalendosi delle competenze di un RSP (variamente denominato), di un dirigente, del medico di base, nonché della collaborazione consultiva di altri soggetti o organismi, è obbligato in prima persona a garantire la sicurezza su luoghi di lavoro e ne risponde anche sotto il profilo penale. Con l’avvento della pandemia da Coronavirus, i legislatori di quasi tutti i Paesi hanno emanato una serie di provvedimenti, da fonti primarie e secondarie, in conformità alle direttive e alle raccomandazioni della U.E., per la tutela dei lavoratori sia in via preventiva, sia per le provvidenze da erogare in caso di contrazione del morbo. L'impatto del Covid-19 sulla sicurezza e la salute dei lavoratori è stato enorme: dallo sviluppo di nuove modalità lavorative, come lo “smart working” che ha avuto anche rifessi negativi sui lavoratori che si sono sentiti isolati dal contesto lavorativo; ha aumentato lo stress fisico e psichico sui luoghi di lavoro; ha creato disagi e contrasti per i vincoli sanitari, gli obblighi di vaccinazione, le ferie “obbligate”, la sospensione dal lavoro; ha aumentato la disoccupazione per la chiusura di numerose aziende. In definitiva, al di là delle segnalate convergenze e differenze operative tra le legislazioni dei Paesi considerati, può registrarsi una generale marcata sensibilità sui problemi della sicurezza sul lavoro e la salute dei lavoratori, con interventi normativi e indirizzi giurisprudenziali attenti anche alle nuove tecniche lavorative, alle attrezzature più sofisticate, alle materie impiegate nella produzione. Il dettato legislativo, ancorché aggiornato e in continua evoluzione per adeguare le norme antinfortunistiche alle molteplici esigenze dell’industria e delle aziende operanti in tutti i settori, rimane però una sterile e formale enunciazione di regole se non correttamente applicato e rispettato. Le numerose morti sul lavoro degli ultimi tempi dimostrano che il percorso di maturazione di tutti gli addetti ai lavori, o di alcuni di essi, per l’acquisizione di una soddisfacente cultura generale della sicurezza attraverso attività di prevenzione, di informazione, di formazione, non è ancora completato.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/475528
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact