L’articolo esamina le implicazioni della crisi pandemica sulla responsabilità penale degli operatori sanitari, mettendo in luce le tensioni tra l’esigenza di garantire la tutela dei pazienti e il rischio di un’eccessiva esposizione giudiziaria del personale medico. La pandemia ha infatti rappresentato un vero e proprio "stress test" per le categorie fondamentali del diritto penale, in particolare per quanto riguarda il nesso di causalità e la colpa professionale. L’analisi si sofferma sulle criticità del quadro normativo vigente, evidenziando l’inadeguatezza della disciplina della colpa medica di fronte a un evento emergenziale di tale portata, nonché le difficoltà legate all’utilizzo di terapie off-label e all’assenza di linee guida consolidate. L’articolo analizza anche il dibattito sugli “scudi penali” e le diverse soluzioni proposte: da un lato, la possibilità di mitigare la responsabilità attraverso una più attenta interpretazione giurisprudenziale del principio di colpa, e dall’altro, l’ipotesi di una riforma legislativa volta a ridefinire i criteri di imputazione della responsabilità in situazioni di emergenza. L’obiettivo è proporre un modello normativo equilibrato, che tenga conto delle specificità del contesto pandemico, evitando il rischio di deresponsabilizzazione, ma al tempo stesso scongiurando un’applicazione indiscriminata delle norme penali che possa tradursi in una disincentivazione dell’attività medica in condizioni critiche.
La responsabilità penale dell'operatore sanitario alla prova dell’emergenza pandemica
Stile Giovanni
2021
Abstract
L’articolo esamina le implicazioni della crisi pandemica sulla responsabilità penale degli operatori sanitari, mettendo in luce le tensioni tra l’esigenza di garantire la tutela dei pazienti e il rischio di un’eccessiva esposizione giudiziaria del personale medico. La pandemia ha infatti rappresentato un vero e proprio "stress test" per le categorie fondamentali del diritto penale, in particolare per quanto riguarda il nesso di causalità e la colpa professionale. L’analisi si sofferma sulle criticità del quadro normativo vigente, evidenziando l’inadeguatezza della disciplina della colpa medica di fronte a un evento emergenziale di tale portata, nonché le difficoltà legate all’utilizzo di terapie off-label e all’assenza di linee guida consolidate. L’articolo analizza anche il dibattito sugli “scudi penali” e le diverse soluzioni proposte: da un lato, la possibilità di mitigare la responsabilità attraverso una più attenta interpretazione giurisprudenziale del principio di colpa, e dall’altro, l’ipotesi di una riforma legislativa volta a ridefinire i criteri di imputazione della responsabilità in situazioni di emergenza. L’obiettivo è proporre un modello normativo equilibrato, che tenga conto delle specificità del contesto pandemico, evitando il rischio di deresponsabilizzazione, ma al tempo stesso scongiurando un’applicazione indiscriminata delle norme penali che possa tradursi in una disincentivazione dell’attività medica in condizioni critiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.