Nel 1954 gli architetti Roberto Pane ed Ezio De Felice furono incaricati dall'Ente Provinciale per il Turismo di Caserta di un progetto di restauro del borgo medievale di Casertavecchia. Dopo alcune modifiche, richieste per adeguarlo alla normativa corrente, il progetto fu finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno nel 1961. Il piano non si limitava alla valorizzazione delle emergenze architettoniche, ma prevedeva il complessivo recupero del tessuto edilizio medievale. A causa dei ridotti finanziamenti attribuiti all'intervento, il restauro urbano di Casertavecchia è stato solo parzialmente eseguito con la realizzazione delle infrastrutture primarie in un'area compresa tra la cattedrale e il castello. Quest'ultimo, all'epoca ridotto allo stato di rudere, sarebbe stato parzialmente restaurato negli anni ottanta del Novecento. In definitiva, la mancanza di adeguate risorse economiche ha privato della sua organicità il piano redatto da Pane e De Felice, che all'epoca della redazione rappresentava uno dei pochi casi italiani di reustauro unitario di un impianto urbano di riconosciuto interesse storico e architettonico, finalizzato a uno sviluppo sostenibile del sito supportato dalla valorizzazione delle sue potenzialità turistiche.

Casertavecchia: dal progetto di restauro urbano di Roberto Pane ed Ezio De Felice al frammentario restauro del castello medievale

Riccardo Serraglio
2021

Abstract

Nel 1954 gli architetti Roberto Pane ed Ezio De Felice furono incaricati dall'Ente Provinciale per il Turismo di Caserta di un progetto di restauro del borgo medievale di Casertavecchia. Dopo alcune modifiche, richieste per adeguarlo alla normativa corrente, il progetto fu finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno nel 1961. Il piano non si limitava alla valorizzazione delle emergenze architettoniche, ma prevedeva il complessivo recupero del tessuto edilizio medievale. A causa dei ridotti finanziamenti attribuiti all'intervento, il restauro urbano di Casertavecchia è stato solo parzialmente eseguito con la realizzazione delle infrastrutture primarie in un'area compresa tra la cattedrale e il castello. Quest'ultimo, all'epoca ridotto allo stato di rudere, sarebbe stato parzialmente restaurato negli anni ottanta del Novecento. In definitiva, la mancanza di adeguate risorse economiche ha privato della sua organicità il piano redatto da Pane e De Felice, che all'epoca della redazione rappresentava uno dei pochi casi italiani di reustauro unitario di un impianto urbano di riconosciuto interesse storico e architettonico, finalizzato a uno sviluppo sostenibile del sito supportato dalla valorizzazione delle sue potenzialità turistiche.
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