Il teatro grande del sito archeologico di Pompei è stato utilizzato nel tempo come sede per rappresentazioni teatrali, che hanno animato un intenso laboratorio creativo per la ideazione di costumi, scenografie, allestimenti. L'articolo, sulla base di materiali inediti, esamina questo processo ideativo dalla seconda metà dell’Ottocento, quando le rovine venivano esibite come cornice scenografica di feste e spettacoli per un pubblico di estimatori, alla seconda metà del Novecento: in questo quadro la fase degli anni Venti è quella in cui il gioiello dell’archeologia campana vive la fase più vivace per gli scavi, in progressivo e alacre avanzamento, e per la loro fruizione turistica in chiave moderna; quello successiva al 1950 è, invece, il periodo in cui l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno e il connesso bisogno di promuovere le attività culturali connesse al turismo colto, dà al Soprintendente e direttore degli scavi di Pompei ed Ercolano, Amedeo Maiuri, la possibilità di riprendere il lavoro iniziato nella stagione precedente, favorendo la mitopoiesi della “città risorta” in molteplici forme di rappresentazioni artistiche, finalizzate a imprimere nell’immaginario collettivo l’idea di un’Italia capace di meravigliare il mondo intero grazie all’abilità di artisti, artigiani e creativi.

Pompei: il laboratorio creativo per il turismo culturale tra scene, costumi e archeologia

ornella cirillo
;
2021

Abstract

Il teatro grande del sito archeologico di Pompei è stato utilizzato nel tempo come sede per rappresentazioni teatrali, che hanno animato un intenso laboratorio creativo per la ideazione di costumi, scenografie, allestimenti. L'articolo, sulla base di materiali inediti, esamina questo processo ideativo dalla seconda metà dell’Ottocento, quando le rovine venivano esibite come cornice scenografica di feste e spettacoli per un pubblico di estimatori, alla seconda metà del Novecento: in questo quadro la fase degli anni Venti è quella in cui il gioiello dell’archeologia campana vive la fase più vivace per gli scavi, in progressivo e alacre avanzamento, e per la loro fruizione turistica in chiave moderna; quello successiva al 1950 è, invece, il periodo in cui l’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno e il connesso bisogno di promuovere le attività culturali connesse al turismo colto, dà al Soprintendente e direttore degli scavi di Pompei ed Ercolano, Amedeo Maiuri, la possibilità di riprendere il lavoro iniziato nella stagione precedente, favorendo la mitopoiesi della “città risorta” in molteplici forme di rappresentazioni artistiche, finalizzate a imprimere nell’immaginario collettivo l’idea di un’Italia capace di meravigliare il mondo intero grazie all’abilità di artisti, artigiani e creativi.
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