The identification of many places as centres of branded shopping has in recent decades favoured a number of Italian destinations for which this aspect has become a promotional vehicle similar to art, landscape and food. In Campania, this phenomenon has developed particularly in Capri, Ischia and Positano, where in the mid-twentieth century, thanks to the initiative of local craftsmen or astute outsiders, tailor’s shops, boutiques and workshops were set up in response to customers’ demand for clothes and accessories suited to holiday life. Thus, for different reasons and in different ways, resort fashion has taken off here, a thriving national production sector, characterised by accents strongly related to the ‘knowledge’, rituals and climate of these special places. The combination of the intangible qualities of which the garments were bearers and the craft traditions of the context gave rise to artefacts capable of responding to the search for new emotional sensations that was arriving on the part of the steadily increasing number of tourists, satisfied by environments and lifestyles that were completely different from their usual ones. This process found a decisive conjuncture in the fact that in the middle of the century fashion joined with tourism and cinema to bring Italy out of the post-war crisis. And in Campania, in particular, manufacturing and cultural conditions, folklore and the rich natural heritage of the coasts were one of the main drivers of this project, favoured in this sense in Capri and Positano by ideal landscape conditions for conveying the results of the most authentic creativity.

L’identificazione di molti luoghi come centri dello shopping d’autore ha favorito negli ultimi decenni diverse mete italiane per le quali tale aspetto si è configurato come un veicolo di promozione analogo all’arte, al paesaggio e al cibo. Questo fenomeno in Campania si è sviluppato in particolare a Capri, Ischia, Positano, dove a metà Novecento, grazie all’intraprendenza di artigiani autoctoni o di astuti frequentatori esterni, sono sorte sartorie, boutique e botteghe come risposta alle richieste di capi e accessori adeguati alla vita in vacanza da parte degli avventori. Così, con ragioni e modalità diverse, qui è decollato il resort fashion, un fiorente settore produttivo nazionale, connotato da accenti fortemente correlati ai ‘saperi’, ai riti e al clima di questi luoghi speciali. Dalla combinazione tra qualità immateriali di cui i capi erano portatori e tradizioni artigianali proprie del contesto, sono nati manufatti capaci di rispondere a quella ricerca di sensazioni emotive nuove che giungeva da parte dei turisti in progressivo aumento, soddisfatta da ambienti e generi di vita completamente diversi da quelli per loro abituali. Questo processo ha trovato una congiuntura risolutiva nel fatto che alla metà del secolo la moda si è unita al turismo e al cinema per portare l’Italia fuori dalla crisi postbellica. E in Campania, in particolare, le condizioni manifatturiere e culturali, il folclore e il ricco patrimonio naturale dei litorali sono stati uno dei principali motori di questo progetto, favorito in tal senso a Capri e a Positano da condizioni paesaggistiche ideali per veicolare gli esiti della creatività più autentica.

Un “ambiente speciale” per la moda e il turismo: da Capri a Positano

ornella cirillo
2021

Abstract

The identification of many places as centres of branded shopping has in recent decades favoured a number of Italian destinations for which this aspect has become a promotional vehicle similar to art, landscape and food. In Campania, this phenomenon has developed particularly in Capri, Ischia and Positano, where in the mid-twentieth century, thanks to the initiative of local craftsmen or astute outsiders, tailor’s shops, boutiques and workshops were set up in response to customers’ demand for clothes and accessories suited to holiday life. Thus, for different reasons and in different ways, resort fashion has taken off here, a thriving national production sector, characterised by accents strongly related to the ‘knowledge’, rituals and climate of these special places. The combination of the intangible qualities of which the garments were bearers and the craft traditions of the context gave rise to artefacts capable of responding to the search for new emotional sensations that was arriving on the part of the steadily increasing number of tourists, satisfied by environments and lifestyles that were completely different from their usual ones. This process found a decisive conjuncture in the fact that in the middle of the century fashion joined with tourism and cinema to bring Italy out of the post-war crisis. And in Campania, in particular, manufacturing and cultural conditions, folklore and the rich natural heritage of the coasts were one of the main drivers of this project, favoured in this sense in Capri and Positano by ideal landscape conditions for conveying the results of the most authentic creativity.
2021
L’identificazione di molti luoghi come centri dello shopping d’autore ha favorito negli ultimi decenni diverse mete italiane per le quali tale aspetto si è configurato come un veicolo di promozione analogo all’arte, al paesaggio e al cibo. Questo fenomeno in Campania si è sviluppato in particolare a Capri, Ischia, Positano, dove a metà Novecento, grazie all’intraprendenza di artigiani autoctoni o di astuti frequentatori esterni, sono sorte sartorie, boutique e botteghe come risposta alle richieste di capi e accessori adeguati alla vita in vacanza da parte degli avventori. Così, con ragioni e modalità diverse, qui è decollato il resort fashion, un fiorente settore produttivo nazionale, connotato da accenti fortemente correlati ai ‘saperi’, ai riti e al clima di questi luoghi speciali. Dalla combinazione tra qualità immateriali di cui i capi erano portatori e tradizioni artigianali proprie del contesto, sono nati manufatti capaci di rispondere a quella ricerca di sensazioni emotive nuove che giungeva da parte dei turisti in progressivo aumento, soddisfatta da ambienti e generi di vita completamente diversi da quelli per loro abituali. Questo processo ha trovato una congiuntura risolutiva nel fatto che alla metà del secolo la moda si è unita al turismo e al cinema per portare l’Italia fuori dalla crisi postbellica. E in Campania, in particolare, le condizioni manifatturiere e culturali, il folclore e il ricco patrimonio naturale dei litorali sono stati uno dei principali motori di questo progetto, favorito in tal senso a Capri e a Positano da condizioni paesaggistiche ideali per veicolare gli esiti della creatività più autentica.
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