L’innesto della disciplina dell’Unione in ambiti giuridici diversi solleva inevitabilmente quesiti, teorici e pratici, di non poco conto. Tra i molti problemi, vi è quello di stabilire se, ed in quale misura, norme testualmente identiche possano ricevere una stessa interpretazione pur se calate in contesti normativi che sono geneticamente differenti. Il presente contributo esplora tale questione dalla prospettiva dell’Accordo SEE. In particolare, sulla base dei due principali modelli di riferimento rintracciabili nella giurisprudenza, l’A. esamina l’approccio, non sempre coerente, che la Corte di giustizia utilizza per interpretare norme SEE modellate su corrispondenti norme UE. Questa indagine riveste uno specifico interesse in quanto, in una giurisprudenza piuttosto recente, la Corte appare adottare l’inedita tecnica dell’interpretazione contestuale, ai sensi dell’art. 31, par. 3, lett. c) della Convenzione di Vienna, al fine di allineare il sistema SEE all’ordinamento UE. The incorporation of the Union’s rules into different legal contexts inevitably raises questions, both theoretical and practical, of no small importance. Among the many problems, there is the question of whether, and to what extent, textually identical rules can be interpreted in the same way, even if they are set in normative contexts which are genetically different. This contribution explores this issue from the perspective of the EEA Agreement. In particular, on the basis of the two main reference models traceable in the case-law, the A. examines the approach, which is not always consistent, that the Court of Justice uses to interpret EEA rules modeled on corresponding EU rules. This survey is of particular interest because, in a rather recent case law, the Court appears to adopt the unprecedented technique of contextual interpretation, pursuant to art. 31, par. 3, lett. c) of the Vienna Convention, in order to align the EEA system with EU law.

L’interpretazione contestuale di norme SEE “modellate” sul diritto dell’UE: luci e ombre di una inedita tecnica interpretativa della Corte di giustizia

Maria Eugenia Bartoloni
2020

Abstract

L’innesto della disciplina dell’Unione in ambiti giuridici diversi solleva inevitabilmente quesiti, teorici e pratici, di non poco conto. Tra i molti problemi, vi è quello di stabilire se, ed in quale misura, norme testualmente identiche possano ricevere una stessa interpretazione pur se calate in contesti normativi che sono geneticamente differenti. Il presente contributo esplora tale questione dalla prospettiva dell’Accordo SEE. In particolare, sulla base dei due principali modelli di riferimento rintracciabili nella giurisprudenza, l’A. esamina l’approccio, non sempre coerente, che la Corte di giustizia utilizza per interpretare norme SEE modellate su corrispondenti norme UE. Questa indagine riveste uno specifico interesse in quanto, in una giurisprudenza piuttosto recente, la Corte appare adottare l’inedita tecnica dell’interpretazione contestuale, ai sensi dell’art. 31, par. 3, lett. c) della Convenzione di Vienna, al fine di allineare il sistema SEE all’ordinamento UE. The incorporation of the Union’s rules into different legal contexts inevitably raises questions, both theoretical and practical, of no small importance. Among the many problems, there is the question of whether, and to what extent, textually identical rules can be interpreted in the same way, even if they are set in normative contexts which are genetically different. This contribution explores this issue from the perspective of the EEA Agreement. In particular, on the basis of the two main reference models traceable in the case-law, the A. examines the approach, which is not always consistent, that the Court of Justice uses to interpret EEA rules modeled on corresponding EU rules. This survey is of particular interest because, in a rather recent case law, the Court appears to adopt the unprecedented technique of contextual interpretation, pursuant to art. 31, par. 3, lett. c) of the Vienna Convention, in order to align the EEA system with EU law.
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