Che si tratti di architettura, di design o di moda, il paesaggio degli artefatti della modernità ha un unico comune denominatore, ricreare un microcosmo di compiuta integrità di valori e di intenti; una posizione antìnomica, viceversa, preconizza di attuare una vera e propria trasposizione nel progetto di una forma di vita nuova. Un modo di vivere, in qualche modo primordiale, istintivo e sperimentale che deve confrontarsi con la scena culturale del modernismo razionale e razionalizzante e che tende, inevitabilmente, verso le derive poetico-illusive del mito del Mediterraneo. Un modo di vivere che attinge dalla naturalità, evocata o meglio desunta dal contesto ambientale e umano della civiltà che l’ha prodotta. Fonda le proprie convinzioni sull’eterno dilemma tra il sapere e la conoscenza che sottendono, inequivocabilmente, all’esperienza del vivere quotidiano, l’una, e alla conoscenza scientifica, iniziatrice di qualsiasi forma di progresso, l’altra. Abitare diventa la metafora di un nuovo modo di vivere, che si costruisce dall’osservare, dall’ascoltare, dal reinterpretare gesti consueti come mangiare, vestirsi, dormire, azioni quotidiane che, da questo momento in poi, faranno parte di quella sintassi fondatrice dei tratti distintivi di una sorta di “opera aperta integrale”. Quest’ultima, in quanto tale, si presenta senza confini; non esiste una reale cesura tra il progetto della casa dove vivono le persone che la abitano, e che vestono abiti che funzionano in quello spazio, e dove gli arredi sono lì per consentire e facilitare i modi di attuazione di un modello di vita “nuovo”. Il mito della naturalità, perseguita dagli iniziatori della Lebensreform (Riforma della Vita), si inietta in tutto il pensiero e l’agire di progettisti, artisti e designer alle prese con l’architettura, con la moda, con il cibo, con l’arredamento; presumono un unico obiettivo, pervenire alla definizione di “costanti elementari” sovrastoriche. La moda contemporanea acquisisce la prospet- tiva ed in linea con il pensiero innovatore, e ponendosi in evidente opposizione alla prassi corrente, denuncia un approccio anti- fashion.

Antinomie del progetto Moderno

Maria Antonietta, Sbordone
2020

Abstract

Che si tratti di architettura, di design o di moda, il paesaggio degli artefatti della modernità ha un unico comune denominatore, ricreare un microcosmo di compiuta integrità di valori e di intenti; una posizione antìnomica, viceversa, preconizza di attuare una vera e propria trasposizione nel progetto di una forma di vita nuova. Un modo di vivere, in qualche modo primordiale, istintivo e sperimentale che deve confrontarsi con la scena culturale del modernismo razionale e razionalizzante e che tende, inevitabilmente, verso le derive poetico-illusive del mito del Mediterraneo. Un modo di vivere che attinge dalla naturalità, evocata o meglio desunta dal contesto ambientale e umano della civiltà che l’ha prodotta. Fonda le proprie convinzioni sull’eterno dilemma tra il sapere e la conoscenza che sottendono, inequivocabilmente, all’esperienza del vivere quotidiano, l’una, e alla conoscenza scientifica, iniziatrice di qualsiasi forma di progresso, l’altra. Abitare diventa la metafora di un nuovo modo di vivere, che si costruisce dall’osservare, dall’ascoltare, dal reinterpretare gesti consueti come mangiare, vestirsi, dormire, azioni quotidiane che, da questo momento in poi, faranno parte di quella sintassi fondatrice dei tratti distintivi di una sorta di “opera aperta integrale”. Quest’ultima, in quanto tale, si presenta senza confini; non esiste una reale cesura tra il progetto della casa dove vivono le persone che la abitano, e che vestono abiti che funzionano in quello spazio, e dove gli arredi sono lì per consentire e facilitare i modi di attuazione di un modello di vita “nuovo”. Il mito della naturalità, perseguita dagli iniziatori della Lebensreform (Riforma della Vita), si inietta in tutto il pensiero e l’agire di progettisti, artisti e designer alle prese con l’architettura, con la moda, con il cibo, con l’arredamento; presumono un unico obiettivo, pervenire alla definizione di “costanti elementari” sovrastoriche. La moda contemporanea acquisisce la prospet- tiva ed in linea con il pensiero innovatore, e ponendosi in evidente opposizione alla prassi corrente, denuncia un approccio anti- fashion.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/442138
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