Il contributo affronta il tema della relazione tra abusivismo edilizio, paesaggio e rischi in riferimento ad un contesto emblematico del territorio campano: l’area destra Volturno nel Comune di Castel Volturno. Tale area presenta, infatti, numerose criticità: elevati livelli di rischio idrogeologico e fenomeni di erosione costiera si coniugano con una densa urbanizzazione – avvenuta in assenza di qualsivoglia norma urbanistica e caratterizzata da elevati fenomeni di degrado fisico, funzionale e di marginalità sociale – che si estende lungo il corso fluviale fino alla costa. In linea con l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e sulla base di un approccio integrato ai temi della riduzione dei rischi, del progetto di paesaggio e della rigenerazione di territori abusivi – che ne costituisce anche il tratto di maggiore originalità – il contributo delinea una strategia di rigenerazione in grado di ridurre i danni attesi in caso di eventi alluvionali e mareggiate, migliorando nel contempo la qualità di vita dei residenti e la qualità ambientale e paesaggistica della vasta area del delta fluviale. Più specificamente, a partire dalla conoscenza delle caratteristiche di pericolosità e di rischio e da un’approfondita analisi delle caratteristiche demografiche e urbanistiche dell’area di studio, il contributo delinea uno scenario di trasformazione in grado di accrescerne la resilienza ai fenomeni alluvionali e garantire la riqualificazione del paesaggio costiero e fluviale attraverso la creazione di un’infrastruttura verde che nelle sue diverse declinazioni assolve funzioni eterogenee. In particolare, la rinaturalizzazione degli ecosistemi naturali più fragili – la fascia fluviale e l’area dunale costiera, oggi contraddistinte da degrado e abbandono – consente di incrementare la biodiversità e di creare un rilevante attrattore per promuovere forme di turismo sostenibile nell’area; la realizzazione di un vasto parco lineare nell’area più densamente edificata consente di accrescerne la permeabilità e garantire un incremento della dotazione di spazi verdi pubblici, sicuri e accessibili: una nuova centralità urbana, in un contesto privo di spazi di aggregazione e delle attrezzature minime di servizio alla residenza. Inoltre, il ridisegno delle sezioni stradali contribuisce a garantire la fruibilità della rete viaria in caso di eventi alluvionali favorendo, nel contempo, la mobilità pedonale e ciclabile. Infine, in merito al complesso e non secondario tema della demolizione e con riferimento ai principi dell’economia circolare e di esperienze quali L’Olympic Park e il Northala Fields Park a Londra, il contributo propone un riuso dei materiali di demolizione nel progetto di paesaggio ed esempi di buone pratiche per una progressiva messa in sicurezza dei manufatti edilizi non assoggettati a demolizione.

Strategie rigenerative per territori multirischio: il caso di Destra Volturno in Campania

A. Galderisi
2020

Abstract

Il contributo affronta il tema della relazione tra abusivismo edilizio, paesaggio e rischi in riferimento ad un contesto emblematico del territorio campano: l’area destra Volturno nel Comune di Castel Volturno. Tale area presenta, infatti, numerose criticità: elevati livelli di rischio idrogeologico e fenomeni di erosione costiera si coniugano con una densa urbanizzazione – avvenuta in assenza di qualsivoglia norma urbanistica e caratterizzata da elevati fenomeni di degrado fisico, funzionale e di marginalità sociale – che si estende lungo il corso fluviale fino alla costa. In linea con l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e sulla base di un approccio integrato ai temi della riduzione dei rischi, del progetto di paesaggio e della rigenerazione di territori abusivi – che ne costituisce anche il tratto di maggiore originalità – il contributo delinea una strategia di rigenerazione in grado di ridurre i danni attesi in caso di eventi alluvionali e mareggiate, migliorando nel contempo la qualità di vita dei residenti e la qualità ambientale e paesaggistica della vasta area del delta fluviale. Più specificamente, a partire dalla conoscenza delle caratteristiche di pericolosità e di rischio e da un’approfondita analisi delle caratteristiche demografiche e urbanistiche dell’area di studio, il contributo delinea uno scenario di trasformazione in grado di accrescerne la resilienza ai fenomeni alluvionali e garantire la riqualificazione del paesaggio costiero e fluviale attraverso la creazione di un’infrastruttura verde che nelle sue diverse declinazioni assolve funzioni eterogenee. In particolare, la rinaturalizzazione degli ecosistemi naturali più fragili – la fascia fluviale e l’area dunale costiera, oggi contraddistinte da degrado e abbandono – consente di incrementare la biodiversità e di creare un rilevante attrattore per promuovere forme di turismo sostenibile nell’area; la realizzazione di un vasto parco lineare nell’area più densamente edificata consente di accrescerne la permeabilità e garantire un incremento della dotazione di spazi verdi pubblici, sicuri e accessibili: una nuova centralità urbana, in un contesto privo di spazi di aggregazione e delle attrezzature minime di servizio alla residenza. Inoltre, il ridisegno delle sezioni stradali contribuisce a garantire la fruibilità della rete viaria in caso di eventi alluvionali favorendo, nel contempo, la mobilità pedonale e ciclabile. Infine, in merito al complesso e non secondario tema della demolizione e con riferimento ai principi dell’economia circolare e di esperienze quali L’Olympic Park e il Northala Fields Park a Londra, il contributo propone un riuso dei materiali di demolizione nel progetto di paesaggio ed esempi di buone pratiche per una progressiva messa in sicurezza dei manufatti edilizi non assoggettati a demolizione.
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