Dagli inizi del XX secolo, e per oltre un cinquantennio, la costa di Massa Lubrense – all’estremità della Penisola Sorrentina – ha ospitato un gran numero di cave per la coltivazione del calcare rapidamente sostituitesi alle tradizionali attività estrattive. Favorita dalla crescente domanda di materia prima, necessaria alla realizzazione delle grandi opere pubbliche previste dalla legge del 1904 sul Risorgimento economico della città (1904) e ulteriormente finanziate dall’Alto Commissariato di Napoli tra il 1925 e il 1936, l’industria estrattiva ha irreparabilmente alterato la morfologia stessa di vaste porzioni di costa tra le baie di Puolo e di Recommone, e non è dunque un caso se le prime voci contro lo scempio che andava perpetrandosi in uno straordinario contesto naturale si solleveranno proprio da Capri, sede nel luglio del 1922 del primo Convegno del Paesaggio organizzato dal sindaco Edwin Cerio. Evento dal respiro al tempo stesso locale e nazionale, il Convegno permise - come è noto - di riflettere sulle problematiche innescate dalla recentissima legge 148/1922 sulle cosiddette ‘bellezze naturali’, gettando nel contempo le basi per la formazione di una vera ‘coscienza nazionale del paesaggio’ che porterà alla ben più accorta legge 1497/1939. Grazie soprattutto a Cerio, ma anche al sindaco di Massa Lubrense Salvatore Cerulli, negli anni immediatamente successivi al Convegno troveranno così ascolto le denunce di Norman Douglas, di Gino Doria e, più tardi, di Roberto Pane, contribuendo in maniera determinante - entro la metà degli anni Cinquanta - alla progressiva chiusura di tutti i siti estrattivi.
E le cave continuano a funzionare. Industria estrattiva, grandi opere e tutela del paesaggio lubrense nel primo dopoguerra
Pignatelli Spinazzola Giuseppe
2019
Abstract
Dagli inizi del XX secolo, e per oltre un cinquantennio, la costa di Massa Lubrense – all’estremità della Penisola Sorrentina – ha ospitato un gran numero di cave per la coltivazione del calcare rapidamente sostituitesi alle tradizionali attività estrattive. Favorita dalla crescente domanda di materia prima, necessaria alla realizzazione delle grandi opere pubbliche previste dalla legge del 1904 sul Risorgimento economico della città (1904) e ulteriormente finanziate dall’Alto Commissariato di Napoli tra il 1925 e il 1936, l’industria estrattiva ha irreparabilmente alterato la morfologia stessa di vaste porzioni di costa tra le baie di Puolo e di Recommone, e non è dunque un caso se le prime voci contro lo scempio che andava perpetrandosi in uno straordinario contesto naturale si solleveranno proprio da Capri, sede nel luglio del 1922 del primo Convegno del Paesaggio organizzato dal sindaco Edwin Cerio. Evento dal respiro al tempo stesso locale e nazionale, il Convegno permise - come è noto - di riflettere sulle problematiche innescate dalla recentissima legge 148/1922 sulle cosiddette ‘bellezze naturali’, gettando nel contempo le basi per la formazione di una vera ‘coscienza nazionale del paesaggio’ che porterà alla ben più accorta legge 1497/1939. Grazie soprattutto a Cerio, ma anche al sindaco di Massa Lubrense Salvatore Cerulli, negli anni immediatamente successivi al Convegno troveranno così ascolto le denunce di Norman Douglas, di Gino Doria e, più tardi, di Roberto Pane, contribuendo in maniera determinante - entro la metà degli anni Cinquanta - alla progressiva chiusura di tutti i siti estrattivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.