Lo scopo dello studio in oggetto è proporre una nuova lettura del segno *19 della Lineare B sulla base di alcune riflessioni effettuate sul dossier di attestazioni dello stesso. La definizione del valore sillabico di quest’ultimo ha nuovamente attirato l’attenzione degli studiosi in seguito alla lettura del sillabogramma in questione sul nodulo Wu 430 proveniente dal thesauros di Tebe, che reca inscritto, sulla faccia a, il termine e-pi-*19-ta. Da questa nuova testimonianza è conseguita l’identificazione con *19 anche di due segni pilii vergati dalla “Mano 3” e ricorrenti in PY Vn 10.2.5 (e-pi-*19-ta) e PY An 427.3 (pi-*19-te), oltre a rimanere certa la sua attestazione in un antroponimo cnossio (KN Ag 10: e-ri-*19) e ad esserne possibili ulteriori letture in testi gravemente mutili. Curiosamente, prima dell’inserimento di PY Vn 10 nel dossier di attestazioni del segno *19, era stata proposta una interpretazione coerente della tavoletta sulla base di una lettura del termine e-pi-pu-ta oggi non più sostenibile, ma che risultava plausibile sul piano semantico e contestuale, oltre a trovare una corrispondenza precisa tra l’oggetto designato dal termine ricostruito ed un elemento strutturale del carro miceneo. In base all’attuale sistemazione del materiale epigrafico è stato ipotizzato un valore sillabico del segno (ru2) che risulta soddisfacente in tutte le sue occorrenze, lasciando, tuttavia, qualche perplessità circa la pertinenza del termine ricostruito e-pi-ru2-ta (epi- /ryu-tas/ o /sru-tas/, cfr. rutḗr e rutṓs) proprio nel contesto di PY Vn 10, ove l’accessorio o il manufatto designato dalla parola in questione viene fornito dai du-ru- to-mo ad un atelier preposto all’assemblaggio dei carri. Questa incertezza ha favorito un riesame della documentazione cnossia, all’interno della quale, in tre testi della serie Ra(2) dall’edizione tormentata, ricorre il termine e-pi-zo-ta. Se il contesto di attestazione di quest’ultimo a Cnosso escluderebbe ogni confronto con il pilio e-pi-*19-ta, una più approfondita analisi dei documenti oggi assegnati alla serie Ra(2) ne ha messo in luce alcune particolarità che li rendono vistosamente difformi da quelli siglati Ra(1).

“Il sillabogramma *19: status quaestionis e proposte di lettura”

CIVITILLO MATILDE
2007

Abstract

Lo scopo dello studio in oggetto è proporre una nuova lettura del segno *19 della Lineare B sulla base di alcune riflessioni effettuate sul dossier di attestazioni dello stesso. La definizione del valore sillabico di quest’ultimo ha nuovamente attirato l’attenzione degli studiosi in seguito alla lettura del sillabogramma in questione sul nodulo Wu 430 proveniente dal thesauros di Tebe, che reca inscritto, sulla faccia a, il termine e-pi-*19-ta. Da questa nuova testimonianza è conseguita l’identificazione con *19 anche di due segni pilii vergati dalla “Mano 3” e ricorrenti in PY Vn 10.2.5 (e-pi-*19-ta) e PY An 427.3 (pi-*19-te), oltre a rimanere certa la sua attestazione in un antroponimo cnossio (KN Ag 10: e-ri-*19) e ad esserne possibili ulteriori letture in testi gravemente mutili. Curiosamente, prima dell’inserimento di PY Vn 10 nel dossier di attestazioni del segno *19, era stata proposta una interpretazione coerente della tavoletta sulla base di una lettura del termine e-pi-pu-ta oggi non più sostenibile, ma che risultava plausibile sul piano semantico e contestuale, oltre a trovare una corrispondenza precisa tra l’oggetto designato dal termine ricostruito ed un elemento strutturale del carro miceneo. In base all’attuale sistemazione del materiale epigrafico è stato ipotizzato un valore sillabico del segno (ru2) che risulta soddisfacente in tutte le sue occorrenze, lasciando, tuttavia, qualche perplessità circa la pertinenza del termine ricostruito e-pi-ru2-ta (epi- /ryu-tas/ o /sru-tas/, cfr. rutḗr e rutṓs) proprio nel contesto di PY Vn 10, ove l’accessorio o il manufatto designato dalla parola in questione viene fornito dai du-ru- to-mo ad un atelier preposto all’assemblaggio dei carri. Questa incertezza ha favorito un riesame della documentazione cnossia, all’interno della quale, in tre testi della serie Ra(2) dall’edizione tormentata, ricorre il termine e-pi-zo-ta. Se il contesto di attestazione di quest’ultimo a Cnosso escluderebbe ogni confronto con il pilio e-pi-*19-ta, una più approfondita analisi dei documenti oggi assegnati alla serie Ra(2) ne ha messo in luce alcune particolarità che li rendono vistosamente difformi da quelli siglati Ra(1).
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