Introduzione: La frattura dell’estremità prossimale del femore rappresenta uno dei più grandi problemi sanitari. Essa è correlata alla fragilità ossea, a sua volta conseguenza di una diminuzione della massa e della qualità dell’osso. La Dual X-Ray Absorptiometry (DXA) ci permette una quantificazione precisa ed accurata della massa ossea intesa come densità minerale ossea (BMD). La qualità dell’osso non ha a tutt’oggi un gold standard di valutazione strumentale. La Hip Structural Analysis (HSA) fornisce informazioni sulla geometria e quindi sulla struttura tridimensionale dell’osso, partendo dall’elaborazione mediante specifico software dell’immagine DXA. I parametri forniti da questa analisi sono strettamente correlati alla resistenza meccanica dell’estremo prossimale di femore. L’obiettivo di questo studio è valutare le proprietà meccaniche del femore prossimale mediante HSA in un gruppo di donne in post-menopausa con pregressa frattura dell’estremità prossimale di femore in confronto a donne in post-menopausa non fratturate. Materiali e Metodi: Abbiamo analizzato una popolazione di donne di età superiore ai 60 anni, suddividendola in due gruppi: donne con storia di frattura di femore, e un gruppo di controllo di donne in post-menopausa senza storia di frattura di femore. In tutte le partecipanti è stata misurata la BMD con densitometria ossea (metodo DXA) ed è stata effettuata una valutazione della geometria ossea mediante la HSA (eseguita nelle donne con pregressa frattura sul femore controlaterale) e gli indici da essa esaminati: femoral strength index (FSI), cross-sectional moment of inertia (CSMI), cross-sectional area (CSA), section modulus (Z) e buckling ratio (BR). Risultati: Delle 64 donne in post-menopausa (con età media di 73,06 anni e BMI medio di 28,06 kg/m2), 26 con storia di frattura di femore (con età media di 76,46 anni e BMI medio di 26,40 kg/m2) avevano una BMD media del collo femorale = 0,703 g/ cm2; le 38 donne considerate come controllo (con età media di 72,31 anni e BMI medio di 29,55 kg/m2) avevano una BMD = 0,802 g/cm2. Alla HSA le donne con storia di frattura femorale avevano rispetto alle donne considerate come controllo valori inferiori di tutti gli indici di resistenza femorale: FSI medio (1,37 vs 1,44), CSMI medio (9597,73 mm4 vs 9809,81 mm4), CSA media (116,08 mm2 vs 125,11 mm2), section modulus medio (512,41 mm3 vs 552,88 mm3). Il BR medio, indice di instabilità della corticale ossea, è risultato maggiore nelle donne con pregressa frattura femorale (10,41 vs 9,61). Discussione: Osservando le differenze tra i due gruppi appare evidente come la frattura dell’estremo prossimale di femore nelle donne in post-menopausa sia correlata anche alla geometria dell’osso. Pertanto questo studio offre nuove prospettive di intervento nella prevenzione delle fratture del femore prossimale, evidenziando la possibilità di ottenere un maggior numero di informazioni sulle proprietà meccaniche dell’osso attraverso la HSA. L’integrazione del dato densitometrico con i dati sulla distribuzione spaziale della massa ossea ottenuti dalla HSA potrebbe essere utile per identificare i soggetti a rischio elevato di frattura d’anca. Conclusioni: I nostri risultati mettono in evidenza l’esigenza per la valutazione del rischio di frattura di un’analisi più approfondita dell’estremo prossimale del femore, che tenga conto non solo del dato quantitativo fornito dalla BMD, ma anche di parametri di tipo geometrico derivanti dalla HSA, utili per determinare la resistenza ossea.
HIP STRUCTURAL ANALYSIS (HSA) IN DONNE IN POSTMENOPAUSA CON STORIA DI FRATTURE D’ANCA
Moretti A;G. Iolascon
2015
Abstract
Introduzione: La frattura dell’estremità prossimale del femore rappresenta uno dei più grandi problemi sanitari. Essa è correlata alla fragilità ossea, a sua volta conseguenza di una diminuzione della massa e della qualità dell’osso. La Dual X-Ray Absorptiometry (DXA) ci permette una quantificazione precisa ed accurata della massa ossea intesa come densità minerale ossea (BMD). La qualità dell’osso non ha a tutt’oggi un gold standard di valutazione strumentale. La Hip Structural Analysis (HSA) fornisce informazioni sulla geometria e quindi sulla struttura tridimensionale dell’osso, partendo dall’elaborazione mediante specifico software dell’immagine DXA. I parametri forniti da questa analisi sono strettamente correlati alla resistenza meccanica dell’estremo prossimale di femore. L’obiettivo di questo studio è valutare le proprietà meccaniche del femore prossimale mediante HSA in un gruppo di donne in post-menopausa con pregressa frattura dell’estremità prossimale di femore in confronto a donne in post-menopausa non fratturate. Materiali e Metodi: Abbiamo analizzato una popolazione di donne di età superiore ai 60 anni, suddividendola in due gruppi: donne con storia di frattura di femore, e un gruppo di controllo di donne in post-menopausa senza storia di frattura di femore. In tutte le partecipanti è stata misurata la BMD con densitometria ossea (metodo DXA) ed è stata effettuata una valutazione della geometria ossea mediante la HSA (eseguita nelle donne con pregressa frattura sul femore controlaterale) e gli indici da essa esaminati: femoral strength index (FSI), cross-sectional moment of inertia (CSMI), cross-sectional area (CSA), section modulus (Z) e buckling ratio (BR). Risultati: Delle 64 donne in post-menopausa (con età media di 73,06 anni e BMI medio di 28,06 kg/m2), 26 con storia di frattura di femore (con età media di 76,46 anni e BMI medio di 26,40 kg/m2) avevano una BMD media del collo femorale = 0,703 g/ cm2; le 38 donne considerate come controllo (con età media di 72,31 anni e BMI medio di 29,55 kg/m2) avevano una BMD = 0,802 g/cm2. Alla HSA le donne con storia di frattura femorale avevano rispetto alle donne considerate come controllo valori inferiori di tutti gli indici di resistenza femorale: FSI medio (1,37 vs 1,44), CSMI medio (9597,73 mm4 vs 9809,81 mm4), CSA media (116,08 mm2 vs 125,11 mm2), section modulus medio (512,41 mm3 vs 552,88 mm3). Il BR medio, indice di instabilità della corticale ossea, è risultato maggiore nelle donne con pregressa frattura femorale (10,41 vs 9,61). Discussione: Osservando le differenze tra i due gruppi appare evidente come la frattura dell’estremo prossimale di femore nelle donne in post-menopausa sia correlata anche alla geometria dell’osso. Pertanto questo studio offre nuove prospettive di intervento nella prevenzione delle fratture del femore prossimale, evidenziando la possibilità di ottenere un maggior numero di informazioni sulle proprietà meccaniche dell’osso attraverso la HSA. L’integrazione del dato densitometrico con i dati sulla distribuzione spaziale della massa ossea ottenuti dalla HSA potrebbe essere utile per identificare i soggetti a rischio elevato di frattura d’anca. Conclusioni: I nostri risultati mettono in evidenza l’esigenza per la valutazione del rischio di frattura di un’analisi più approfondita dell’estremo prossimale del femore, che tenga conto non solo del dato quantitativo fornito dalla BMD, ma anche di parametri di tipo geometrico derivanti dalla HSA, utili per determinare la resistenza ossea.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.