L’azione svolta da Amedeo Maiuri a Cuma non è solo una straordinaria esperienza archeologica ma anche l’esito di un progetto complesso di tutela di un’area che, sottoposta da tempo all’azione dannosissima dei tombaroli, rischia di essere ulteriormente e definitivamente danneggiata dalla legge 1792/1919 che fa passare al demanio anche i possedimenti borbonici degli Astroni in cui ricadeva l’area archeologica. La battaglia conservativa avviata da Vittorio Spinazzola per la tutela di quei terreni non aveva dato gli esiti sperati. Sarà Amedeo Maiuri a cambiare definitivamente le sorti della preziosa area di scavo utilizzando, con estrema intelligenza, anche l’attenzione che il fascismo darà a Virgilio e ad Enea. Inserendo Cuma nel più ampio progetto fascista di revisione del ruolo di Napoli e del suo Golfo come centro della politica espansionistica nel Mediterraneo, riannettendo con forza l’area di Cuma al racconto virgiliano ed alle celebrazioni di Mussolini come “novello Enea”, Maiuri riuscirà a salvare l’area archeologica dell’antica Cuma ripensando, anche attraverso l’insegnamento di Giacomo Boni, ai modelli di fruizione di un contesto archeologico profondamente diverso da quello pompeiano ed ercolanese che vedrà l’archeologo modificare anche le modalità di fruizione dell’area superando l’iniziale idea di museo-antiquarium per giungere ad un moderno parco archeologico.
Amedeo Maiuri e “l’invenzione” del parco archeologico di Cuma. Opportunismo e opportunità di uno funzionario statale durante il Ventennio.
Nadia Barrella
2019
Abstract
L’azione svolta da Amedeo Maiuri a Cuma non è solo una straordinaria esperienza archeologica ma anche l’esito di un progetto complesso di tutela di un’area che, sottoposta da tempo all’azione dannosissima dei tombaroli, rischia di essere ulteriormente e definitivamente danneggiata dalla legge 1792/1919 che fa passare al demanio anche i possedimenti borbonici degli Astroni in cui ricadeva l’area archeologica. La battaglia conservativa avviata da Vittorio Spinazzola per la tutela di quei terreni non aveva dato gli esiti sperati. Sarà Amedeo Maiuri a cambiare definitivamente le sorti della preziosa area di scavo utilizzando, con estrema intelligenza, anche l’attenzione che il fascismo darà a Virgilio e ad Enea. Inserendo Cuma nel più ampio progetto fascista di revisione del ruolo di Napoli e del suo Golfo come centro della politica espansionistica nel Mediterraneo, riannettendo con forza l’area di Cuma al racconto virgiliano ed alle celebrazioni di Mussolini come “novello Enea”, Maiuri riuscirà a salvare l’area archeologica dell’antica Cuma ripensando, anche attraverso l’insegnamento di Giacomo Boni, ai modelli di fruizione di un contesto archeologico profondamente diverso da quello pompeiano ed ercolanese che vedrà l’archeologo modificare anche le modalità di fruizione dell’area superando l’iniziale idea di museo-antiquarium per giungere ad un moderno parco archeologico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.