L’arte e il design sono da sempre in una relazione complicata. Da quando il concetto di riproducibilità tecnica, analizzato per la prima volta da Walter Benjamin (Benjamin,1955), ha incrinato “l’aura legata all’opera d’arte”, tutto è cambiato. L’instaurarsi tra il mondo del progetto e quello dell’arte di un dialogo fatto di interscambi e connessioni, ha condotto l’arte verso il disincanto del pezzo unico, e viceversa il design a interrogarsi sulle sue modalità di indagine. La questione continua ad essere attuale, poiché se è vero che il principio di riproducibilità che l’industrializzazione ha portato con sé ha eliminato l’hic et nunc dell’opera d’arte, è vero anche che in un contesto post industriale, quale quello attuale (Imbesi, 2014), il design si distacca sempre più dai suoi storici principi di categorizzazione. (...) Nell’affrontare le istanze trasversali alla contemporaneità, quali ad esempio la sostenibilità ambientale, il dibattito politico, le emergenze sociali, il rapporto con le nuove tecnologie, designer e artisti, in ugual misura, sono intenti a immaginare progetti intesi come dispositivi culturali. Le affinità si evincono in più elementi della loro pratica oltre che nella scelta dei temi d’interesse: nei materiali - ibridi, reinventati, organici o digitali -, nelle tecniche manifatturiere - industriali e artigianali insieme -, nella comunicazione del progetto stesso e nella sua diffusione. (...)

Essere designer: ruoli e dinamiche al confine con l’arte.

Scarpitti
2019

Abstract

L’arte e il design sono da sempre in una relazione complicata. Da quando il concetto di riproducibilità tecnica, analizzato per la prima volta da Walter Benjamin (Benjamin,1955), ha incrinato “l’aura legata all’opera d’arte”, tutto è cambiato. L’instaurarsi tra il mondo del progetto e quello dell’arte di un dialogo fatto di interscambi e connessioni, ha condotto l’arte verso il disincanto del pezzo unico, e viceversa il design a interrogarsi sulle sue modalità di indagine. La questione continua ad essere attuale, poiché se è vero che il principio di riproducibilità che l’industrializzazione ha portato con sé ha eliminato l’hic et nunc dell’opera d’arte, è vero anche che in un contesto post industriale, quale quello attuale (Imbesi, 2014), il design si distacca sempre più dai suoi storici principi di categorizzazione. (...) Nell’affrontare le istanze trasversali alla contemporaneità, quali ad esempio la sostenibilità ambientale, il dibattito politico, le emergenze sociali, il rapporto con le nuove tecnologie, designer e artisti, in ugual misura, sono intenti a immaginare progetti intesi come dispositivi culturali. Le affinità si evincono in più elementi della loro pratica oltre che nella scelta dei temi d’interesse: nei materiali - ibridi, reinventati, organici o digitali -, nelle tecniche manifatturiere - industriali e artigianali insieme -, nella comunicazione del progetto stesso e nella sua diffusione. (...)
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/414999
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