In opposizione a un uso della stampante 3D, che talvolta esonera l’uomo da un pensiero creativo e indipendente, si configura l’esigenza di un approccio in grado di dirigere questo strumento digitale verso un'evoluzione più umana in rapporto alla produzione degli oggetti. Partendo dall’analisi di alcuni testi filosofici di Guattari, Maturana e Flusser, il paper illustra il risultato della sperimentazione laboratoriale svolta presso il Waag Society, Istituto di arte, design e tecnologia con sede ad Amsterdam in Olanda. L’obiettivo della ricerca è stato quello di decodificare alcuni segnali biologici del corpo, come le onde celebrali, per trasformarli in parametri formali per la costruzione di nuovi processi produttivi postdigitali.
Hack the Brain. Il pensiero che in-forma l’oggetto.
Scarpitti
2017
Abstract
In opposizione a un uso della stampante 3D, che talvolta esonera l’uomo da un pensiero creativo e indipendente, si configura l’esigenza di un approccio in grado di dirigere questo strumento digitale verso un'evoluzione più umana in rapporto alla produzione degli oggetti. Partendo dall’analisi di alcuni testi filosofici di Guattari, Maturana e Flusser, il paper illustra il risultato della sperimentazione laboratoriale svolta presso il Waag Society, Istituto di arte, design e tecnologia con sede ad Amsterdam in Olanda. L’obiettivo della ricerca è stato quello di decodificare alcuni segnali biologici del corpo, come le onde celebrali, per trasformarli in parametri formali per la costruzione di nuovi processi produttivi postdigitali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.