Il saggio fornisce alcuni nuovi elementi per reinterpretare la fortuna iconografica dell’Arco di Alfonso I in Castelnuovo tra la seconda metà del XVIII secolo e gli inizi del successivo. In particolare, dopo le poco fedeli raffigurazioni a corredo di guide tardo-secentesche o dell’Histoire de l’art par les monumens di Séroux d’Agincourt, vengono esaminati gli accurati rilievi prodotti dall’ingegnere militare Emanuele Ascione, con i suoi collaboratori Giuseppe Giordano e Carlo Anderlino, appartenenti a un’impresa editoriale dedicata a illustrare opere napoletane di architettura e scultura dei secoli del Rinascimento (De’ migliori monumenti di Napoli) iniziata negli ultimi decenni del Settecento e proseguita per anni, ma rimasta inedita. Sulla base di alcune prove di stampa delle relative incisioni rinvenute presso diversi archivi, musei e biblioteche partenopee, è stato possibile ricostruire quasi l’intera serie di tavole dedicate al monumento aragonese, al quale sarebbe stato riservato il maggiore risalto all’interno della raccolta. Queste testimonianze, qui analizzate e riprodotte, oltre a rivelare un precoce interesse per il rinascimento accanto al più noto filone coevo di rilievi dell’antico, rivestono anche un significativo valore di fonti iconografiche per lo studio del monumento.

Sull'iconografia dell'Arco di Alfonso in Castelnuovo

C. Lenza
2018

Abstract

Il saggio fornisce alcuni nuovi elementi per reinterpretare la fortuna iconografica dell’Arco di Alfonso I in Castelnuovo tra la seconda metà del XVIII secolo e gli inizi del successivo. In particolare, dopo le poco fedeli raffigurazioni a corredo di guide tardo-secentesche o dell’Histoire de l’art par les monumens di Séroux d’Agincourt, vengono esaminati gli accurati rilievi prodotti dall’ingegnere militare Emanuele Ascione, con i suoi collaboratori Giuseppe Giordano e Carlo Anderlino, appartenenti a un’impresa editoriale dedicata a illustrare opere napoletane di architettura e scultura dei secoli del Rinascimento (De’ migliori monumenti di Napoli) iniziata negli ultimi decenni del Settecento e proseguita per anni, ma rimasta inedita. Sulla base di alcune prove di stampa delle relative incisioni rinvenute presso diversi archivi, musei e biblioteche partenopee, è stato possibile ricostruire quasi l’intera serie di tavole dedicate al monumento aragonese, al quale sarebbe stato riservato il maggiore risalto all’interno della raccolta. Queste testimonianze, qui analizzate e riprodotte, oltre a rivelare un precoce interesse per il rinascimento accanto al più noto filone coevo di rilievi dell’antico, rivestono anche un significativo valore di fonti iconografiche per lo studio del monumento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/400582
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