Molti nuovi documenti, insieme al riesame di quelli noti, una rilettura della “casa fatta in luogho pantanoso” descritta nel Trattato di Filarete, e a un’analisi ravvicinata di quanto oggi rimane in situ, hanno permesso agli autori di chiarire parecchio dell’intricata vicenda che lega Bartolomeo Bon, Filarete, Benedetto Ferrini e le case di Francesco Sforza a Venezia. Nel saggio si analizza la prima casa del duca a San Polo e il progetto di Filarete per il suo rifacimento negli anni 1456-60. Poi si discutono la ca’ del Duca vera e propria, quella già di Marco Corner sul Canal Grande, e i progetti per il suo completamento di Benedetto Ferrini tra il 1460 e il 1462, che prevedevano una facciata alla veneziana, seguendo quella già cominciata di Bartolomeo Bon, e un interno alla milanese – un processo in cui Filarete non c’entra. Rispetto al palazzo descritto a lungo nel Trattato filaretiano, è chiaro che si tratta di una rielaborazione a scala enorme, apparentemente basata sui progetti filaretiani per la casa a San Polo, con aggiornamenti stilistici ed enfasi ingegneristica fatta successivamente dall’architetto stesso a Milano o a Firenze, o forse ancora in parte dal redattore dei disegni del manoscritto fiorentino. Si conclude con un’analisi del progetto di Bon del 1457 per la casa di Marco Corner (che Ferrini avrebbe dovuto seguire) con una sua ricostruzione (tenendo presente la riscoperta della terza colonna nell’interno della struttura attuale), ed un esame dei legami con il portale dei Santi Giovanni e Paolo e l’arco Foscari nonché il mondo di Donatello e Marcanova.
Bartolomeo Bon, Filarete e le case di Francesco Sforza a Venezia
G. Ceriani Sebregondi
2007
Abstract
Molti nuovi documenti, insieme al riesame di quelli noti, una rilettura della “casa fatta in luogho pantanoso” descritta nel Trattato di Filarete, e a un’analisi ravvicinata di quanto oggi rimane in situ, hanno permesso agli autori di chiarire parecchio dell’intricata vicenda che lega Bartolomeo Bon, Filarete, Benedetto Ferrini e le case di Francesco Sforza a Venezia. Nel saggio si analizza la prima casa del duca a San Polo e il progetto di Filarete per il suo rifacimento negli anni 1456-60. Poi si discutono la ca’ del Duca vera e propria, quella già di Marco Corner sul Canal Grande, e i progetti per il suo completamento di Benedetto Ferrini tra il 1460 e il 1462, che prevedevano una facciata alla veneziana, seguendo quella già cominciata di Bartolomeo Bon, e un interno alla milanese – un processo in cui Filarete non c’entra. Rispetto al palazzo descritto a lungo nel Trattato filaretiano, è chiaro che si tratta di una rielaborazione a scala enorme, apparentemente basata sui progetti filaretiani per la casa a San Polo, con aggiornamenti stilistici ed enfasi ingegneristica fatta successivamente dall’architetto stesso a Milano o a Firenze, o forse ancora in parte dal redattore dei disegni del manoscritto fiorentino. Si conclude con un’analisi del progetto di Bon del 1457 per la casa di Marco Corner (che Ferrini avrebbe dovuto seguire) con una sua ricostruzione (tenendo presente la riscoperta della terza colonna nell’interno della struttura attuale), ed un esame dei legami con il portale dei Santi Giovanni e Paolo e l’arco Foscari nonché il mondo di Donatello e Marcanova.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.