L’articolo ricostruisce il complesso rapporto tra Gustavo Giovannoni e Roberto Papini mediante gli scritti e soprattutto le tracce della loro corrispondenza rinvenute in diversi archivi. Il contatto si stabilisce precocemente, con la proposta di Papini di curare su «Emporium» una rassegna dell’Esposizione di Architettura promossa nel 1915 dall’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura in Roma. L’amicizia, sorta nelle forme di una sincera collaborazione intellettuale in nome della comune fede nell’architettura, si rinsalda nei primi anni Venti, intorno alla rivista dell’AACAr, «Architettura e Arti decorative» diretta da Giovannoni con Piacentini, al cui comitato di redazione Papini partecipa fin dagli esordi. Ben presto, però, il dibattito sull’architettura moderna trasforma l’originaria sintonia in una contrapposizione che assume accenti fortemente polemici. Nonostante i segnali di tregua, l’acredine di Papini esplode con virulenza negli anni 40, ai quali risalgono le “scioccherie di Giovannoni”, una raccolta inedita di citazioni dalle sue opere finalizzata a metterne in risalto, accanto all’incomprensione dell’architettura moderna, anche i limiti di studioso, e le ingenerose accuse formulate nelle note dell’opera su Francesco di Giorgio Martini. Oltre a meglio lumeggiare gli aspetti biografici dei due protagonisti, l’articolo testimonia la tensione che anima sui differenti versanti la militanza critica di quegli anni

Giovannoni e Papini: cronaca di un'amicizia naufragata

Lenza Concetta
2017

Abstract

L’articolo ricostruisce il complesso rapporto tra Gustavo Giovannoni e Roberto Papini mediante gli scritti e soprattutto le tracce della loro corrispondenza rinvenute in diversi archivi. Il contatto si stabilisce precocemente, con la proposta di Papini di curare su «Emporium» una rassegna dell’Esposizione di Architettura promossa nel 1915 dall’Associazione Artistica fra i Cultori di Architettura in Roma. L’amicizia, sorta nelle forme di una sincera collaborazione intellettuale in nome della comune fede nell’architettura, si rinsalda nei primi anni Venti, intorno alla rivista dell’AACAr, «Architettura e Arti decorative» diretta da Giovannoni con Piacentini, al cui comitato di redazione Papini partecipa fin dagli esordi. Ben presto, però, il dibattito sull’architettura moderna trasforma l’originaria sintonia in una contrapposizione che assume accenti fortemente polemici. Nonostante i segnali di tregua, l’acredine di Papini esplode con virulenza negli anni 40, ai quali risalgono le “scioccherie di Giovannoni”, una raccolta inedita di citazioni dalle sue opere finalizzata a metterne in risalto, accanto all’incomprensione dell’architettura moderna, anche i limiti di studioso, e le ingenerose accuse formulate nelle note dell’opera su Francesco di Giorgio Martini. Oltre a meglio lumeggiare gli aspetti biografici dei due protagonisti, l’articolo testimonia la tensione che anima sui differenti versanti la militanza critica di quegli anni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/395208
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