L'articolo si sofferma su di una tendenza, abbastanza diffusa, al riutilizzo come musei d’arte contemporanea di alcune fabbriche dismesse e, in generale, sulla trasformazione della fabbrica in “fabbrica di cultura”. Il dibattito su questi argomenti è molto vivace sia in Europa che in Italia settentrionale dove, su fenomeni come Milano Bicocca o il Lingotto di Torino, esiste un’ampia bibliografia. Lo stesso non si può dire per il Sud Italia, dove se molto soddisfacenti sono gli studi di archeologia industriale sulle numerose fabbriche dismesse tra Ottocento e Novecento, manca invece un’adeguata riflessione sugli esiti concreti degli interventi di musealizzazione già effettuati e sulle numerose proposte esistenti. Il presente testo nasce dal desiderio di condividere alcune considerazioni su quale possa essere, in un territorio complesso come Terra di Lavoro, che necessita di ampi interventi di riqualificazione, la risposta più adeguata all’indiscutibile e necessario bisogno di “trattenere” la memoria dei luoghi.

Aree deindustrializzate, musei e valorizzazione dell'eredità culturale: possibili strategie per Terra di Lavoro

Barrella N.
2017

Abstract

L'articolo si sofferma su di una tendenza, abbastanza diffusa, al riutilizzo come musei d’arte contemporanea di alcune fabbriche dismesse e, in generale, sulla trasformazione della fabbrica in “fabbrica di cultura”. Il dibattito su questi argomenti è molto vivace sia in Europa che in Italia settentrionale dove, su fenomeni come Milano Bicocca o il Lingotto di Torino, esiste un’ampia bibliografia. Lo stesso non si può dire per il Sud Italia, dove se molto soddisfacenti sono gli studi di archeologia industriale sulle numerose fabbriche dismesse tra Ottocento e Novecento, manca invece un’adeguata riflessione sugli esiti concreti degli interventi di musealizzazione già effettuati e sulle numerose proposte esistenti. Il presente testo nasce dal desiderio di condividere alcune considerazioni su quale possa essere, in un territorio complesso come Terra di Lavoro, che necessita di ampi interventi di riqualificazione, la risposta più adeguata all’indiscutibile e necessario bisogno di “trattenere” la memoria dei luoghi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/384624
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