The essay moves from the analysis of uncertainties and critical issues even today concerning the Italian environmental protection system. In this context, the author especially examines the absence of a clear system of legal standing, and underlines how it results from the intrinsic peculiarity of the environmental goods, defined by the Italian Constitutional Courts as “free goods”, not individually appropriable, but usable at the same time by community and individuals (Constitutional Court, 30.12.1987, n. 641). In view of the above – to improve the effectiveness of environmental protection, especially in relation to the public decision censurability – the author intends to overcome the current centralized failing legal standing regime. In this perspective – and through the enhancement of the subsidiarity principle and the vicinitas criterion – the essay outlines a new classification of environmental interests, from interests with no titular to common interests, consequently extending to the citizen the environmental legal standing, not exclusively, but sharing it with each member of the community.

Lo scritto muove dall’esame delle diverse incertezze e criticità che ancora oggi connotano il complessivo sistema nazionale di tutela delle risorse ambientali. In particolare, l’autore si sofferma sull’assenza di una chiara e certa individuazione dei soggetti legittimati ad agire, sia in sede procedimentale che processuale, con azioni di tutela, sottolineando come ciò derivi dalla intrinseca peculiarità propria del bene ambiente, ricondotto dalla Corte Costituzionale alla categoria dei c.d. beni liberi, non suscettibili di vera e propria appropriazione, bensì contestualmente fruibili dalla collettività e dai singoli (Corte Cost., 30 dicembre 1987, n. 641). Alla luce di tali considerazioni – e al fine di rendere maggiormente efficace il modello di tutela ambientale in special modo in relazione alla sindacabilità delle decisioni pubbliche impattanti sulle risorse ambientali – l’autore si propone di superare l’attuale fallimentare regime accentrato di legittimazione processuale. In tale ottica, attraverso la valorizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale e del criterio della vicinitas, si prospetta il passaggio della qualificazione degli interessi ambientali da interessi adespoti a interessi comuni, con la consequenziale estensione – in presenza di specifici presupposti – della legittimazione ad agire anche al singolo cittadino, titolare di un interesse proprio, connotato, però, dal carattere della non esclusività, in quanto condiviso con gli altri membri della comunità.

La legittimazione ad agire a tutela delle risorse ambientali: la prospettiva dei beni comuni

CALABRO', Marco
2016

Abstract

The essay moves from the analysis of uncertainties and critical issues even today concerning the Italian environmental protection system. In this context, the author especially examines the absence of a clear system of legal standing, and underlines how it results from the intrinsic peculiarity of the environmental goods, defined by the Italian Constitutional Courts as “free goods”, not individually appropriable, but usable at the same time by community and individuals (Constitutional Court, 30.12.1987, n. 641). In view of the above – to improve the effectiveness of environmental protection, especially in relation to the public decision censurability – the author intends to overcome the current centralized failing legal standing regime. In this perspective – and through the enhancement of the subsidiarity principle and the vicinitas criterion – the essay outlines a new classification of environmental interests, from interests with no titular to common interests, consequently extending to the citizen the environmental legal standing, not exclusively, but sharing it with each member of the community.
2016
Lo scritto muove dall’esame delle diverse incertezze e criticità che ancora oggi connotano il complessivo sistema nazionale di tutela delle risorse ambientali. In particolare, l’autore si sofferma sull’assenza di una chiara e certa individuazione dei soggetti legittimati ad agire, sia in sede procedimentale che processuale, con azioni di tutela, sottolineando come ciò derivi dalla intrinseca peculiarità propria del bene ambiente, ricondotto dalla Corte Costituzionale alla categoria dei c.d. beni liberi, non suscettibili di vera e propria appropriazione, bensì contestualmente fruibili dalla collettività e dai singoli (Corte Cost., 30 dicembre 1987, n. 641). Alla luce di tali considerazioni – e al fine di rendere maggiormente efficace il modello di tutela ambientale in special modo in relazione alla sindacabilità delle decisioni pubbliche impattanti sulle risorse ambientali – l’autore si propone di superare l’attuale fallimentare regime accentrato di legittimazione processuale. In tale ottica, attraverso la valorizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale e del criterio della vicinitas, si prospetta il passaggio della qualificazione degli interessi ambientali da interessi adespoti a interessi comuni, con la consequenziale estensione – in presenza di specifici presupposti – della legittimazione ad agire anche al singolo cittadino, titolare di un interesse proprio, connotato, però, dal carattere della non esclusività, in quanto condiviso con gli altri membri della comunità.
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