L’organizzazione dei Giochi Olimpici, una delle principali tipologie di Grandi Eventi, è stata esplicitamente orientata fin dagli anni Novanta al conseguimento di obiettivi di sostenibilità. Nel 1996, un nuovo paragrafo della Carta Olimpica individuava la promozione dello sviluppo sostenibile attraverso lo sport, come uno degli obiettivi prioritari del Comitato Olimpico Internazionale. Nel 1999, venne approvata l’Agenda 21 dei Giochi Olimpici, che delineava un programma d’azione per favorire l’uso di risorse rinnovabili e il risparmio energetico, per ridurre le emissioni inquinanti, per promuovere l’uso di materiali eco-compatibili e progettati per resistere all’usura del tempo o all’impatto di disastri naturali (Furrer, 2002). In quegli anni, la definizione di principi guida e requisiti volti a promuovere la sostenibilità dei Giochi divenne un requisito fondamentale per la candidatura di una città ad ospitare i Giochi Olimpici e, nel 2000, venne reso obbligatorio lo Studio d’Impatto dei Giochi Olimpici. Obiettivo cardine del CIO era quello di garantire non soltanto che i Giochi non determinassero un peggioramento della qualità ambientale ma che, al contrario, si configurassero quali opportunità di miglioramento, consegnando una positiva eredità, anche in termini ambientali, alle città ospitanti (IOC, 2007). Il contributo esamina dunque, quale sia stato il perso, in tale contesto, assegnato alle politiche per la mobilità. Gli eventi in esame comportano, infatti, un significativo incremento, concentrato nel tempo e nello spazio, della domanda di mobilità e, come evidenziato dall’Agenda 21 del Movimento Olimpico, i trasporti - in particolare il trasporto veicolare privato- costituiscono uno dei principali fattori di degrado dell’ambiente urbano.
Le politiche per una mobilità urbana sostenibile nelle città olimpiche
GALDERISI, Adriana
2010
Abstract
L’organizzazione dei Giochi Olimpici, una delle principali tipologie di Grandi Eventi, è stata esplicitamente orientata fin dagli anni Novanta al conseguimento di obiettivi di sostenibilità. Nel 1996, un nuovo paragrafo della Carta Olimpica individuava la promozione dello sviluppo sostenibile attraverso lo sport, come uno degli obiettivi prioritari del Comitato Olimpico Internazionale. Nel 1999, venne approvata l’Agenda 21 dei Giochi Olimpici, che delineava un programma d’azione per favorire l’uso di risorse rinnovabili e il risparmio energetico, per ridurre le emissioni inquinanti, per promuovere l’uso di materiali eco-compatibili e progettati per resistere all’usura del tempo o all’impatto di disastri naturali (Furrer, 2002). In quegli anni, la definizione di principi guida e requisiti volti a promuovere la sostenibilità dei Giochi divenne un requisito fondamentale per la candidatura di una città ad ospitare i Giochi Olimpici e, nel 2000, venne reso obbligatorio lo Studio d’Impatto dei Giochi Olimpici. Obiettivo cardine del CIO era quello di garantire non soltanto che i Giochi non determinassero un peggioramento della qualità ambientale ma che, al contrario, si configurassero quali opportunità di miglioramento, consegnando una positiva eredità, anche in termini ambientali, alle città ospitanti (IOC, 2007). Il contributo esamina dunque, quale sia stato il perso, in tale contesto, assegnato alle politiche per la mobilità. Gli eventi in esame comportano, infatti, un significativo incremento, concentrato nel tempo e nello spazio, della domanda di mobilità e, come evidenziato dall’Agenda 21 del Movimento Olimpico, i trasporti - in particolare il trasporto veicolare privato- costituiscono uno dei principali fattori di degrado dell’ambiente urbano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.