Il napoletano Gregorio Carafa, sebbene nobile di nascita, era cadetto di una ramo minore della vasto casato dei Carafa. Nonostante tale svantaggio, poté compiere una prodigiosa carriera: ordinato sacerdote, divenne superiore dei Chierici regolari teatini a Napoli, Generale dell’ordine a Roma e poi vescovo di nomina regia prima a Cassano e poi nella diocesi di Salerno. La scalata fu possibile grazie alle relazioni che il Carafa intrattenne con il potere vicereale a Napoli e avvenne parallelamente a quella dei propri nipoti impegnati nella vita militare. Uno di questi era rimasto coinvolto in un duello, a seguito del quale il Carafa scrisse un trattato teologico sulla monomachia. Pur condividendo ampiamente lo spirito di altri trattati teologici sull’argomento, la sua originalità è riscontrabile soprattutto nella tendenza a considerare lecito il duello in caso di guerra del sovrano. Emerge quindi la posizione del religioso molto vicina al potere monarchico, con il suo invito ai nobili ad abbandonare l’uso dei duelli privati per applicarsi alla guerra al servizio del re. Ma emerge altresì la sensibilità dell’aristocratico Carafa che rivendica per conto della nobiltà il ruolo rilevante della nobiltà nella guerra e negli eserciti condotti dai sovrani.

Between politics and religion: a regal bishop considerations about the duel Although noble-born, the neapolitan Gregorio Carafa was a cadet of a smaller branch of the vast Carafa lineage. Despite this disadvantage, he could achieve a prodigious career: after being ordered priest, he became abbot of the regular Teatini clergymen in Naples, General of the order in Rome and then bishop by royal designation in Cassano and finally in the Salerno diocese. The scaling was achievable thanks to the relationships he had with the viceregal power in Naples and it happened simultaneously to the successes of his nephews in the military life. One of these had remained involved in a duel, after which Gregorio wrote a theological essay on the monomachy. Even broadly sharing the spirit of other theological essays, his originality is comparing especially in the tendency to consider permissible the duel in case of the king’s war. It emerges therefore the position of this religious man very close to the monarchic power, with his invitation to the aristocrats to abandon the use of private duels in order to dedicate oneself to the war in the service of the king. It is also evident the sensibility of the aristocratic Carafa who vindicates on behalf of the nobility the remarkable role of nobility in war and in armies conducted by the sovereigns.

Tra politica e religione: le riflessioni di un vescovo regio sul duello

SODANO, Giulio
2015

Abstract

Between politics and religion: a regal bishop considerations about the duel Although noble-born, the neapolitan Gregorio Carafa was a cadet of a smaller branch of the vast Carafa lineage. Despite this disadvantage, he could achieve a prodigious career: after being ordered priest, he became abbot of the regular Teatini clergymen in Naples, General of the order in Rome and then bishop by royal designation in Cassano and finally in the Salerno diocese. The scaling was achievable thanks to the relationships he had with the viceregal power in Naples and it happened simultaneously to the successes of his nephews in the military life. One of these had remained involved in a duel, after which Gregorio wrote a theological essay on the monomachy. Even broadly sharing the spirit of other theological essays, his originality is comparing especially in the tendency to consider permissible the duel in case of the king’s war. It emerges therefore the position of this religious man very close to the monarchic power, with his invitation to the aristocrats to abandon the use of private duels in order to dedicate oneself to the war in the service of the king. It is also evident the sensibility of the aristocratic Carafa who vindicates on behalf of the nobility the remarkable role of nobility in war and in armies conducted by the sovereigns.
2015
Il napoletano Gregorio Carafa, sebbene nobile di nascita, era cadetto di una ramo minore della vasto casato dei Carafa. Nonostante tale svantaggio, poté compiere una prodigiosa carriera: ordinato sacerdote, divenne superiore dei Chierici regolari teatini a Napoli, Generale dell’ordine a Roma e poi vescovo di nomina regia prima a Cassano e poi nella diocesi di Salerno. La scalata fu possibile grazie alle relazioni che il Carafa intrattenne con il potere vicereale a Napoli e avvenne parallelamente a quella dei propri nipoti impegnati nella vita militare. Uno di questi era rimasto coinvolto in un duello, a seguito del quale il Carafa scrisse un trattato teologico sulla monomachia. Pur condividendo ampiamente lo spirito di altri trattati teologici sull’argomento, la sua originalità è riscontrabile soprattutto nella tendenza a considerare lecito il duello in caso di guerra del sovrano. Emerge quindi la posizione del religioso molto vicina al potere monarchico, con il suo invito ai nobili ad abbandonare l’uso dei duelli privati per applicarsi alla guerra al servizio del re. Ma emerge altresì la sensibilità dell’aristocratico Carafa che rivendica per conto della nobiltà il ruolo rilevante della nobiltà nella guerra e negli eserciti condotti dai sovrani.
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