Gli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, settore economico di grande rilevanza sul piano nazionale ed europeo per il ruolo di regolazione dell’ordinamento e di gestione assunto dal Pubblico in veste di attore-committente, sono stati investiti negli ultimi anni, da un’intensa attività riformatrice volta alla realizzazione dell’obiettivo comunitario della massima, più efficace e più trasparente concorrenza da realizzarsi attraverso “un’allocazione efficiente delle risorse per migliorare la qualità dei servizi pubblici, stimolare la crescita economica, la competitività e la creazione di posti di lavoro”. Dall’ultimo decennio dello scorso secolo, com’è noto, una crisi congiunturale profonda con ripercussioni di carattere socio-economico ha interessato il mercato degli appalti pubblici ed, in particolar modo, degli appalti di lavori, la cui origine - sebbene scaturente da un insieme complesso di fattori - può senz’altro ricondursi anche alle numerosi ipotesi di irregolarità fiscale conseguente ai fenomeni di evasione/elusione degli obblighi tributari imposti (non solo) agli appaltatori con grave alterazione della concorrenza e della par condicio a danno delle imprese più rispettose delle norme tributarie applicabili al settore. Conseguentemente, è stato necessario l’intervento del Legislatore interno che, nel rispetto delle nuove norme sovranazionali, ha introdotto strumenti più incisivi di responsabilizzazione e sanzioni più mirate per contrastare il proliferare di fenomeni degenerativi degli obblighi fiscali posti in essere, soprattutto, dalla scarsamente controllata filiera dei subappalti. Le riflessioni, dunque, si sono soffermate su questioni direttamente connesse alle problematiche ora evidenziate: 1. analisi del requisito di ordine generale della regolarità fiscale nelle gare ad evidenza pubblica; 2. talune problematiche applicative originate dall’entrata in vigore della previsione estensiva dell’accertamento preventivo delle ritenute fiscali sui redditi da lavoro dipendente posto a carico (seppur con effetti giuridici differenti) dell’appaltatore, del subappaltatore e del committente, Più in dettaglio, riguardo al primo aspetto, l’indagine ha evidenziato – tra l’altro - che il rispetto della regolarità fiscale, condictio sine qua non per la partecipazione alle gare ad evidenza pubblica, rappresenta per la P.A. committente elemento ineludibile per l’effettiva realizzazione del primario interesse teso all’individuazione del miglior contraente; riguardo alle ulteriori questioni (previsioni normative conseguenti al mancato accertamento preventivo della regolarità fiscale di cui al D. L. n.223/2006), è emersa la chiara volontà normativa di porre un efficace freno alle deviazioni deresponsabilizzanti degli obblighi di carattere tributario incidenti negativamente sia sul regime della libera concorrenza che sulle casse dell’Erario. In definitiva, con le novità introdotte dal Codice dei contratti pubblici e dalle nuove norme interne coniugate alle trasformazioni indotte dalle direttive comunitarie, la disciplina degli appalti consente di perseguire una rinnovata concezione dell’interesse pubblico, strumento funzionale al mercato ed elemento fondamentale per garantire la piena operatività del confronto concorrenziale, valore da promuovere e tutelare, pur se – tuttavia - a più di due anni dall’approvazione del Codice, dopo ben tre decreti correttivi e diverse modifiche introdotte anche in sede di Leggi Finanziarie, il quadro normativo interno appare ancora incerto, richiedendo una necessaria connessione tra la nuova cornice di riferimento, la prassi applicativa ed i suoi protagonisti (stazioni appaltanti e complesso dei regolatori).

La nuova disciplina degli appalti pubblici: il requisito della regolarità fiscale ed il suo “accertamento preventivo”

LETIZIA, Laura
2008

Abstract

Gli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, settore economico di grande rilevanza sul piano nazionale ed europeo per il ruolo di regolazione dell’ordinamento e di gestione assunto dal Pubblico in veste di attore-committente, sono stati investiti negli ultimi anni, da un’intensa attività riformatrice volta alla realizzazione dell’obiettivo comunitario della massima, più efficace e più trasparente concorrenza da realizzarsi attraverso “un’allocazione efficiente delle risorse per migliorare la qualità dei servizi pubblici, stimolare la crescita economica, la competitività e la creazione di posti di lavoro”. Dall’ultimo decennio dello scorso secolo, com’è noto, una crisi congiunturale profonda con ripercussioni di carattere socio-economico ha interessato il mercato degli appalti pubblici ed, in particolar modo, degli appalti di lavori, la cui origine - sebbene scaturente da un insieme complesso di fattori - può senz’altro ricondursi anche alle numerosi ipotesi di irregolarità fiscale conseguente ai fenomeni di evasione/elusione degli obblighi tributari imposti (non solo) agli appaltatori con grave alterazione della concorrenza e della par condicio a danno delle imprese più rispettose delle norme tributarie applicabili al settore. Conseguentemente, è stato necessario l’intervento del Legislatore interno che, nel rispetto delle nuove norme sovranazionali, ha introdotto strumenti più incisivi di responsabilizzazione e sanzioni più mirate per contrastare il proliferare di fenomeni degenerativi degli obblighi fiscali posti in essere, soprattutto, dalla scarsamente controllata filiera dei subappalti. Le riflessioni, dunque, si sono soffermate su questioni direttamente connesse alle problematiche ora evidenziate: 1. analisi del requisito di ordine generale della regolarità fiscale nelle gare ad evidenza pubblica; 2. talune problematiche applicative originate dall’entrata in vigore della previsione estensiva dell’accertamento preventivo delle ritenute fiscali sui redditi da lavoro dipendente posto a carico (seppur con effetti giuridici differenti) dell’appaltatore, del subappaltatore e del committente, Più in dettaglio, riguardo al primo aspetto, l’indagine ha evidenziato – tra l’altro - che il rispetto della regolarità fiscale, condictio sine qua non per la partecipazione alle gare ad evidenza pubblica, rappresenta per la P.A. committente elemento ineludibile per l’effettiva realizzazione del primario interesse teso all’individuazione del miglior contraente; riguardo alle ulteriori questioni (previsioni normative conseguenti al mancato accertamento preventivo della regolarità fiscale di cui al D. L. n.223/2006), è emersa la chiara volontà normativa di porre un efficace freno alle deviazioni deresponsabilizzanti degli obblighi di carattere tributario incidenti negativamente sia sul regime della libera concorrenza che sulle casse dell’Erario. In definitiva, con le novità introdotte dal Codice dei contratti pubblici e dalle nuove norme interne coniugate alle trasformazioni indotte dalle direttive comunitarie, la disciplina degli appalti consente di perseguire una rinnovata concezione dell’interesse pubblico, strumento funzionale al mercato ed elemento fondamentale per garantire la piena operatività del confronto concorrenziale, valore da promuovere e tutelare, pur se – tuttavia - a più di due anni dall’approvazione del Codice, dopo ben tre decreti correttivi e diverse modifiche introdotte anche in sede di Leggi Finanziarie, il quadro normativo interno appare ancora incerto, richiedendo una necessaria connessione tra la nuova cornice di riferimento, la prassi applicativa ed i suoi protagonisti (stazioni appaltanti e complesso dei regolatori).
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