AIM: This study aims to clan, according to our experience, the correct surgical sequence which should be followed in order to treat double mandibular fractures.MATERIAL OF STUDY: From January 2007 to January 2010, we have conducted a retrospective study on a sample of patients operated on in our department. We include only those cases in which the jaw was fractured in 2 places, in particular patients who suffer a fracture in tooth-bearing areas (symphysis, parasymphysis, and anterior body) and also contralaterally in non tooth-bearing areas (posterior body, angle, ramus, and condyle). The sample was divided into 2 groups based on the fracture sequence of reduction.RESULTS: At 1-year follow-up, the group of patients who received first the tooth-bearing fractured areas treatment, followed by treatment of non tooth-bearing fractured area on bifocal mandibular fracture (Group A), showed less postoperative complications and reduced surgical time and costs.DISCUSSION: In patients of group B, the non-execution of rigid IMF for the non tooth-bearing fractures made bone segments more free to move. Thus, reduction and fixation of non tooth-bearing fractures is facilitated, but poses a greater risk of complications. The surgeon in this case does not have the occlusal help guide; thus, the tooth-bearing fracture reduction and the subsequent fixation may be imperfect.CONCLUSION: It is recommended from this study that reduction of the tooth-bearing fragment be prior to that of the tooth-free fragment for the double mandibular fracture.

Le fratture mandibolari costituiscono una quota che va dal 40% al 62% di tutte le fratture facciali. In circa la meta dei casi le fratture mandibolari sono multiple e tra queste una quota consistente presenta due rime di frattura. L' alta frequenza di fratture doppie è da attribuire alla particolare forma della mandibola. Da un punto di vista biomeccanico la mandibola può essere assimilata per grandi linee ad un arco le cui estremita sono costituite da condili. tali strutture sono libere di ruotare all' interno delle cavità glenoidi assicurando in tal modo un certo grado di ammortizzazione in risposta ai traumi. Nonostante non vi siano dubbi circa le indicazioni chirurgiche delle fratture mandibolari doppie non è ancora chiaro quale frattura dovrebbe essere trattata prima. Lo scopo di questo studio è quello di chiarire, in base alla nostra esperienza, la corretta sequenza chirugica di riduzione da seguire nel trattamento delle fratture mandibolari doppie. Abbiamo condotto uno studio retrospettivo su un campione di pazienti operati presso il nostro reparto nel periodo compreso tra Gennaio 2007 e Gennaio 2010. Abbiamo incluso nello studio solo i pazienti trattati per doppia frattura mandibolare e li abbiamo suddivisi in due gruppi basandoci sulla diversa sequenza di riduzione delle fratture. I pazienti sono stati seguiti con uno stretto follow-up clinico e radiologico per valutare le variabili outcome di confronto tra i gruppi. L' analisi dei risultati ha evidenziato che i pazienti (gruppo A) in cui è stata ripristinata prima la dimensione orizzontale (frattura toothbearing) e poi quella verticale (non- toothbearing) hanno ottenuto minori complicanze postoperatorie e ridotti tempi operatori rispetto al gruppo di confronto (gruppo B). Il ripristino della dimensione orizzontale fornisce una guida per ottenere la riduzione efficace delle fratture non-toothbearing e il ripristino della dimensione verticale. In conclusione, sulla base della nostra esperienza e dei risultati ottenuti, in caso di fratture mandibolari doppie, gli autori suggeriscono la riduzione in prima istanza delle fratture toothbearing e successivamente qualle in area non-toothbearing.

Surgical sequence of reduction in double mandibular fractures treatment

D'AMATO, Salvatore;PIOMBINO, Pasquale;
2014

Abstract

AIM: This study aims to clan, according to our experience, the correct surgical sequence which should be followed in order to treat double mandibular fractures.MATERIAL OF STUDY: From January 2007 to January 2010, we have conducted a retrospective study on a sample of patients operated on in our department. We include only those cases in which the jaw was fractured in 2 places, in particular patients who suffer a fracture in tooth-bearing areas (symphysis, parasymphysis, and anterior body) and also contralaterally in non tooth-bearing areas (posterior body, angle, ramus, and condyle). The sample was divided into 2 groups based on the fracture sequence of reduction.RESULTS: At 1-year follow-up, the group of patients who received first the tooth-bearing fractured areas treatment, followed by treatment of non tooth-bearing fractured area on bifocal mandibular fracture (Group A), showed less postoperative complications and reduced surgical time and costs.DISCUSSION: In patients of group B, the non-execution of rigid IMF for the non tooth-bearing fractures made bone segments more free to move. Thus, reduction and fixation of non tooth-bearing fractures is facilitated, but poses a greater risk of complications. The surgeon in this case does not have the occlusal help guide; thus, the tooth-bearing fracture reduction and the subsequent fixation may be imperfect.CONCLUSION: It is recommended from this study that reduction of the tooth-bearing fragment be prior to that of the tooth-free fragment for the double mandibular fracture.
2014
Le fratture mandibolari costituiscono una quota che va dal 40% al 62% di tutte le fratture facciali. In circa la meta dei casi le fratture mandibolari sono multiple e tra queste una quota consistente presenta due rime di frattura. L' alta frequenza di fratture doppie è da attribuire alla particolare forma della mandibola. Da un punto di vista biomeccanico la mandibola può essere assimilata per grandi linee ad un arco le cui estremita sono costituite da condili. tali strutture sono libere di ruotare all' interno delle cavità glenoidi assicurando in tal modo un certo grado di ammortizzazione in risposta ai traumi. Nonostante non vi siano dubbi circa le indicazioni chirurgiche delle fratture mandibolari doppie non è ancora chiaro quale frattura dovrebbe essere trattata prima. Lo scopo di questo studio è quello di chiarire, in base alla nostra esperienza, la corretta sequenza chirugica di riduzione da seguire nel trattamento delle fratture mandibolari doppie. Abbiamo condotto uno studio retrospettivo su un campione di pazienti operati presso il nostro reparto nel periodo compreso tra Gennaio 2007 e Gennaio 2010. Abbiamo incluso nello studio solo i pazienti trattati per doppia frattura mandibolare e li abbiamo suddivisi in due gruppi basandoci sulla diversa sequenza di riduzione delle fratture. I pazienti sono stati seguiti con uno stretto follow-up clinico e radiologico per valutare le variabili outcome di confronto tra i gruppi. L' analisi dei risultati ha evidenziato che i pazienti (gruppo A) in cui è stata ripristinata prima la dimensione orizzontale (frattura toothbearing) e poi quella verticale (non- toothbearing) hanno ottenuto minori complicanze postoperatorie e ridotti tempi operatori rispetto al gruppo di confronto (gruppo B). Il ripristino della dimensione orizzontale fornisce una guida per ottenere la riduzione efficace delle fratture non-toothbearing e il ripristino della dimensione verticale. In conclusione, sulla base della nostra esperienza e dei risultati ottenuti, in caso di fratture mandibolari doppie, gli autori suggeriscono la riduzione in prima istanza delle fratture toothbearing e successivamente qualle in area non-toothbearing.
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