Siamo abituati a pensare alla città come ad un tessuto di edifici intersecato da strade ed interrotto da piazze, soggetto a leggi di espansione autonome, talvolta imprevedibili, che ne modificano la forma secondo processi incontrollabili. Ma la forma urbana è ben più della pura occupazione fisica del suolo, è una forma simbolica, fortemente determinata dalla cultura della civiltà di appartenenza, un modello concettuale, lo specchio di un sistema di usi e credenze nel quale i cittadini possono riconoscere la propria identità religiosa e culturale. O almeno lo è stata, fino a quando la conformazione spaziale ha avuto una consistenza materiale ed una diretta corrispondenza con l’istituzione della cittadinanza, finché vi è stato un confine a segnare la contrapposizione tra interno ed esterno, cittadino e straniero. Oggi che quel modello è andato in crisi, e la città si spinge fuori dai propri limiti, la ricerca della memoria della sua fondazione si pone come l’ultimo confine semantico, oltre il quale la megalopoli “dimenticherà perfino di chiamarsi città”.
Senza limiti. La dissoluzione della città. / Without limits. The dissolution of the town
PISCITELLI, Manuela
2010
Abstract
Siamo abituati a pensare alla città come ad un tessuto di edifici intersecato da strade ed interrotto da piazze, soggetto a leggi di espansione autonome, talvolta imprevedibili, che ne modificano la forma secondo processi incontrollabili. Ma la forma urbana è ben più della pura occupazione fisica del suolo, è una forma simbolica, fortemente determinata dalla cultura della civiltà di appartenenza, un modello concettuale, lo specchio di un sistema di usi e credenze nel quale i cittadini possono riconoscere la propria identità religiosa e culturale. O almeno lo è stata, fino a quando la conformazione spaziale ha avuto una consistenza materiale ed una diretta corrispondenza con l’istituzione della cittadinanza, finché vi è stato un confine a segnare la contrapposizione tra interno ed esterno, cittadino e straniero. Oggi che quel modello è andato in crisi, e la città si spinge fuori dai propri limiti, la ricerca della memoria della sua fondazione si pone come l’ultimo confine semantico, oltre il quale la megalopoli “dimenticherà perfino di chiamarsi città”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.