La base della NATO a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, risiede nell’ex collegio "Costanzo Ciano", scelto come quartier generale delle Forze Alleate alla metà degli anni cinquanta. La cittadella flegrea, progettata dall’ingegnere Francesco Silvestri, direttore dell’ufficio tecnico speciale del Banco di Napoli, con la probabile consulenza di Marcello Canino, era sorta come opera di beneficenza destinata a ospitare duemilacinquecento ragazzi in difficili condizioni economiche e sociali, ribattezzata infatti “la casa degli scugnizzi”. Un centro per l’educazione, intellettuale, ginnica e manuale dei giovani, «quanto di più organico, di più moderno e di più completo sia stato realizzato in Italia in questo importante settore». Il contributo più rilevante nella ricostruzione degli anni cinquanta è relativo all’organizzazione degli spazi dedicati al tempo libero, destinati al personale e ai militari con le rispettive famiglie. Nel 1958 fu fortemente avvertita dalle famiglie dei militari e dei dipendenti NATO l’esigenza di realizzare una nuova struttura per garantire un’adeguata istruzione ai propri figli. Costruita all'interno di un piccolo edificio in condizioni precarie, la scuola viene realizzata grazie all’impegno della pedagogista Alba Fedele la quale decise di adottare il metodo Montessori, che grande seguito aveva in quegli anni negli Stati Uniti.
Un patrimonio architettonico e culturale: la base della NATO a Bagnoli e la scuola Montessori
DE FALCO, Carolina
2011
Abstract
La base della NATO a Napoli, nel quartiere di Bagnoli, risiede nell’ex collegio "Costanzo Ciano", scelto come quartier generale delle Forze Alleate alla metà degli anni cinquanta. La cittadella flegrea, progettata dall’ingegnere Francesco Silvestri, direttore dell’ufficio tecnico speciale del Banco di Napoli, con la probabile consulenza di Marcello Canino, era sorta come opera di beneficenza destinata a ospitare duemilacinquecento ragazzi in difficili condizioni economiche e sociali, ribattezzata infatti “la casa degli scugnizzi”. Un centro per l’educazione, intellettuale, ginnica e manuale dei giovani, «quanto di più organico, di più moderno e di più completo sia stato realizzato in Italia in questo importante settore». Il contributo più rilevante nella ricostruzione degli anni cinquanta è relativo all’organizzazione degli spazi dedicati al tempo libero, destinati al personale e ai militari con le rispettive famiglie. Nel 1958 fu fortemente avvertita dalle famiglie dei militari e dei dipendenti NATO l’esigenza di realizzare una nuova struttura per garantire un’adeguata istruzione ai propri figli. Costruita all'interno di un piccolo edificio in condizioni precarie, la scuola viene realizzata grazie all’impegno della pedagogista Alba Fedele la quale decise di adottare il metodo Montessori, che grande seguito aveva in quegli anni negli Stati Uniti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.