Con quale diritto sarebbe lecito supporre che all’interno di una Abbazia Benedettina dove ogni ora del giorno e della notte era subordinata ad una precisa simbologia rituale, sorgesse all’improvviso un chiostro riccamente decorato, capriccio del suo intagliatore? Presentata con l’ausilio delle nuove tecniche informatiche, la ricchezza tematica derivata dall'opera di Marius Schneider si ricostruisce utilizzando procedure metodologicamente fondate, un sistema di segni, trasposizione di un linguaggio primitivo, sopravvissuto in epoca arcaica e riscoperto nel Medioevo: si dimostra come la successione iconica guidi un percorso di preghiera collocato nel tempo ed orientato dalla musica di uno dei più comuni canti gregoriani dell'epoca.
Un chant grégorien sculpté dans le cloître de Saint Cugat. Revue des historiens d’art, des archèologues de l'Université de Liège. Publié avec le soutien de la Communauté francaise de Belgique,le Ministère de la Culture et des Affaires sociales et du Ministère de la Région wallonne, Fonds National de la Recherche Scientifique
ROSSI, Adriana
2009
Abstract
Con quale diritto sarebbe lecito supporre che all’interno di una Abbazia Benedettina dove ogni ora del giorno e della notte era subordinata ad una precisa simbologia rituale, sorgesse all’improvviso un chiostro riccamente decorato, capriccio del suo intagliatore? Presentata con l’ausilio delle nuove tecniche informatiche, la ricchezza tematica derivata dall'opera di Marius Schneider si ricostruisce utilizzando procedure metodologicamente fondate, un sistema di segni, trasposizione di un linguaggio primitivo, sopravvissuto in epoca arcaica e riscoperto nel Medioevo: si dimostra come la successione iconica guidi un percorso di preghiera collocato nel tempo ed orientato dalla musica di uno dei più comuni canti gregoriani dell'epoca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
