La percezione occidentale dell’Islam come fenomeno storico, nelle sue caratterizzazioni giuridico-religiose, è simbolicamente e epistemologicamente collegata a un’idea quasi mitologica di ‘Oriente’. Anche nella tradizione accademica la scienza orientalistica, comprendente l’islamistica, si è occupata degli sviluppi giuridici dell’Islam. Un approccio con tradizioni (e nuove tentazioni) colonialistiche che richiede di essere rivisitato attraverso l’applicazione di corrette metodologie comparatistiche che consentono di analizzare e mettere in risalto la soluzione di continuità tra l’esperienza giuridica ‘classica’ e gli ordinamenti giuridici contemporanei. Gli studi italiani di diritto musulmano si riferiscono ad una tradizione prestigiosa che, sin dagli inizi del XX secolo, si è concentrata su questa sostanziale dicotomia delle fonti giuridiche e ha trovato spazio (salvo una pausa tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’80) nelle Facoltà di Giurisprudenza come sede di insegnamento e ricerca specialistici. Il nuovo principio di legalità che pone la sharì’a tra le fonti del diritto statale è da considerare e interpretare nella sua assoluta dimensione territoriale e socio-culturale, legata al singolo ordinamento positivo, e solo virtualmente e astrattamente a valenza universalizzante. Il processo di acculturazione giuridica che ha portato alla nascita dei diritti arabo-islamici contemporanei appare da questo punto di vista irreversibile ed è la chiave di lettura anche dei fenomeni attuali di confronto tra modernità e tradizione in corso nel mondo islamico.

Diritto musulmano e dei paesi islamici: tra orientalismo e comparazione giuridica.

PICCINELLI, Gian Maria
2006

Abstract

La percezione occidentale dell’Islam come fenomeno storico, nelle sue caratterizzazioni giuridico-religiose, è simbolicamente e epistemologicamente collegata a un’idea quasi mitologica di ‘Oriente’. Anche nella tradizione accademica la scienza orientalistica, comprendente l’islamistica, si è occupata degli sviluppi giuridici dell’Islam. Un approccio con tradizioni (e nuove tentazioni) colonialistiche che richiede di essere rivisitato attraverso l’applicazione di corrette metodologie comparatistiche che consentono di analizzare e mettere in risalto la soluzione di continuità tra l’esperienza giuridica ‘classica’ e gli ordinamenti giuridici contemporanei. Gli studi italiani di diritto musulmano si riferiscono ad una tradizione prestigiosa che, sin dagli inizi del XX secolo, si è concentrata su questa sostanziale dicotomia delle fonti giuridiche e ha trovato spazio (salvo una pausa tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’80) nelle Facoltà di Giurisprudenza come sede di insegnamento e ricerca specialistici. Il nuovo principio di legalità che pone la sharì’a tra le fonti del diritto statale è da considerare e interpretare nella sua assoluta dimensione territoriale e socio-culturale, legata al singolo ordinamento positivo, e solo virtualmente e astrattamente a valenza universalizzante. Il processo di acculturazione giuridica che ha portato alla nascita dei diritti arabo-islamici contemporanei appare da questo punto di vista irreversibile ed è la chiave di lettura anche dei fenomeni attuali di confronto tra modernità e tradizione in corso nel mondo islamico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/230630
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