Vengono ricostruite, attraverso rilievi di campo e l’analisi di circa 300 sondaggi geognostici, le caratteristiche geologiche di superficie e di sottosuolo del settore settentrionale bordiero della Piana Campana nell’area di Caserta. Sono state distinte cinque unità litostratigrafiche del Pleistocene medio-superiore di cui due marinotransizionali (M1 e M2), presenti esclusivamente nel sottosuolo, e tre piroclastiche (V1, TGC, TGN). Su queste basi è stata ricostruita l’architettura stratigrafica dell’area di studio. L’unità più profonda è costituita da depositi marino-transizionali (M1) riferibile al Pleistocene medio-superiore; al di sopra di questi sono presenti vulcaniti incoerenti (V1), correlate con depositi ascritti all’Ignimbrite di Durazzano (~116 Ka), affioranti lungo il bordo orientale della Piana. Depositi prevalentemente transizionali (M2) si ritrovano in alcune aree meridionali al di sopra di V1. Vulcaniti riferibili al Tufo Grigio Campano (TGC; ~39 Ka) ricoprono le unità M2 e V1. L’unità più superficiale è costituita dal Tufo Giallo Napoletano (TGN; ~15 Ka) presente solo nella porzione media e bassa della Piana. Depositi alluvionali e detritico-colluviali riferibili al Pleistocene superiore – Attuale icoprono le unità vulcaniche più recenti. Le sezioni geologiche ricostruite evidenziano i rapporti geometrici tra le unità litostratigrafiche, dislocazioni del tetto delle unità M1 e V1 permettono di ipotizzare che l’attività tettonica si è protratta fino al Pleistocene superiore. I dati analizzati sono stati immessi in un database gestito in un Sistema Informativo Territoriale (SIT).

Evoluzione tardo quaternaria del margine casertano della Piana Campana (Italia meridionale)

RUBERTI, Daniela;VIGLIOTTI, Marco
2007

Abstract

Vengono ricostruite, attraverso rilievi di campo e l’analisi di circa 300 sondaggi geognostici, le caratteristiche geologiche di superficie e di sottosuolo del settore settentrionale bordiero della Piana Campana nell’area di Caserta. Sono state distinte cinque unità litostratigrafiche del Pleistocene medio-superiore di cui due marinotransizionali (M1 e M2), presenti esclusivamente nel sottosuolo, e tre piroclastiche (V1, TGC, TGN). Su queste basi è stata ricostruita l’architettura stratigrafica dell’area di studio. L’unità più profonda è costituita da depositi marino-transizionali (M1) riferibile al Pleistocene medio-superiore; al di sopra di questi sono presenti vulcaniti incoerenti (V1), correlate con depositi ascritti all’Ignimbrite di Durazzano (~116 Ka), affioranti lungo il bordo orientale della Piana. Depositi prevalentemente transizionali (M2) si ritrovano in alcune aree meridionali al di sopra di V1. Vulcaniti riferibili al Tufo Grigio Campano (TGC; ~39 Ka) ricoprono le unità M2 e V1. L’unità più superficiale è costituita dal Tufo Giallo Napoletano (TGN; ~15 Ka) presente solo nella porzione media e bassa della Piana. Depositi alluvionali e detritico-colluviali riferibili al Pleistocene superiore – Attuale icoprono le unità vulcaniche più recenti. Le sezioni geologiche ricostruite evidenziano i rapporti geometrici tra le unità litostratigrafiche, dislocazioni del tetto delle unità M1 e V1 permettono di ipotizzare che l’attività tettonica si è protratta fino al Pleistocene superiore. I dati analizzati sono stati immessi in un database gestito in un Sistema Informativo Territoriale (SIT).
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