The aim of this article is to verify if administrative appeals can today be properly included in administrative judicial function, through which, as everybody knows, public administration can solve - impartially, objectively and with cross examination – a conflict with citizens. The first part of this paper is dedicated to the analysis of contentious internal review and impartiality, as principles on which administrative judicial function is based. First of all, the author points out that, in this context, the public interest that public administration is called to pursue is the amendment of a previous unfair decision. Concerning the impartiality principle, seems to be necessary to enhance its internal (organizational) dimension, able to guarantee that public body who has to decide can count on authority and procedures that can fit to (and) let it totally independent. Thereafter the article draws attention to an analytic exam of main administrative appeals characteristics, concluding that no one of them satisfy the requirements of judicial function, revealing itself not suitable to protect adequately citizen interests from unfair public actions. Nevertheless – considering administrative judicial function not an option, but rather a real duty – the purposes of a substantial review of administrative appeals discipline, founded on generalization and development of the hierarchic improper appeal, can be considered the only one remedy able to do justice to citizen in a rapid, actual and impartial way.

Il presente contributo ha ad oggetto lo studio dei ricorsi amministrativi e, in particolare, si occupa di verificare la loro idoneità o meno ad essere ricondotti nell’alveo della funzione giustiziale della pubblica amministrazione. Come noto, con l’espressione “funzione giustiziale” si intende indicare quell’attività della pubblica amministrazione attraverso cui essa risolve, in modo imparziale ed obiettivo, nonchè in contraddittorio, un conflitto con il cittadino. La prima parte dello scritto è dedicata all’analisi dei principi posti a fondamento della funzione giustiziale, individuati nell’autotutela contenziosa e nell’imparzialità: in ordine al primo profilo, la tesi che si prospetta è che l’interesse pubblico perseguito dall’amministrazione titolare di un potere giustiziale non è (o, almeno, non dovrebbe essere) rappresentato dall’interesse perseguito con il provvedimento oggetto del ricorso, bensì dal più universale interesse generale alla revisione di un’azione viziata, interesse alla correzione di una precedente decisione pubblica ingiusta; per quanto attiene, poi, all’aspetto dell’imparzialità, nel contesto di cui ci si occupa appare necessario valorizzare la dimensione interna (organizzativa) di tale principio, volta a garantire che la p.a. agisca in completa indipendenza da qualsiasi indebita ingerenza e che ad essa vengano forniti strumenti, risorse e regole procedimentali tali da permetterle di individuare ed esaminare adeguatamente tutti gli interessi giuridicamente rilevanti coinvolti nei diversi processi decisori. Ciò premesso, la successiva analisi dei caratteri sostanziali e procedurali dei singoli ricorsi amministrativi dimostra come essi – ciascuno in ragione di peculiari caratteristiche – non soddisfino appieno i requisiti propri dell’esercizio di una reale funzione giustiziale, rivelando, di fatto, una sostanziale inidoneità a svolgere un ruolo determinante sia in termini di effettiva deflazione del carico giurisdizionale, sia in funzione di una concreta e più immediata tutela del cittadino. Ciò nonostante, si ritiene che l’insuccesso dei tradizionali rimedi giustiziali contemplati dal nostro ordinamento – senza dubbio legati ad una visione fortemente autoritativa dell’amministrazione – non autorizzi ad assestarsi oggi su posizioni critiche di assoluta chiusura nei confronti di un’ipotesi di valorizzazione (su nuovi e più attuali presupposti) di una funzione, quella giustiziale, che sembra invece configurare un vero e proprio dovere della p.a. nei confronti dei cittadini. In tal senso, il presente studio prospetta la valorizzazione e generalizzazione del ricorso gerarchico improprio, unico modello di ricorso amministrativo in grado di garantire una tutela non solo rapida ed efficace, ma anche imparziale e rispettosa dei principi e delle garanzie proprie dell’esercizio di una funzione puramente giustiziale.

Ricorsi amministrativi e funzione giustiziale. Prospettive di riforma e valorizzazione del ricorso gerarchico improprio

CALABRO', Marco
2012

Abstract

The aim of this article is to verify if administrative appeals can today be properly included in administrative judicial function, through which, as everybody knows, public administration can solve - impartially, objectively and with cross examination – a conflict with citizens. The first part of this paper is dedicated to the analysis of contentious internal review and impartiality, as principles on which administrative judicial function is based. First of all, the author points out that, in this context, the public interest that public administration is called to pursue is the amendment of a previous unfair decision. Concerning the impartiality principle, seems to be necessary to enhance its internal (organizational) dimension, able to guarantee that public body who has to decide can count on authority and procedures that can fit to (and) let it totally independent. Thereafter the article draws attention to an analytic exam of main administrative appeals characteristics, concluding that no one of them satisfy the requirements of judicial function, revealing itself not suitable to protect adequately citizen interests from unfair public actions. Nevertheless – considering administrative judicial function not an option, but rather a real duty – the purposes of a substantial review of administrative appeals discipline, founded on generalization and development of the hierarchic improper appeal, can be considered the only one remedy able to do justice to citizen in a rapid, actual and impartial way.
2012
Il presente contributo ha ad oggetto lo studio dei ricorsi amministrativi e, in particolare, si occupa di verificare la loro idoneità o meno ad essere ricondotti nell’alveo della funzione giustiziale della pubblica amministrazione. Come noto, con l’espressione “funzione giustiziale” si intende indicare quell’attività della pubblica amministrazione attraverso cui essa risolve, in modo imparziale ed obiettivo, nonchè in contraddittorio, un conflitto con il cittadino. La prima parte dello scritto è dedicata all’analisi dei principi posti a fondamento della funzione giustiziale, individuati nell’autotutela contenziosa e nell’imparzialità: in ordine al primo profilo, la tesi che si prospetta è che l’interesse pubblico perseguito dall’amministrazione titolare di un potere giustiziale non è (o, almeno, non dovrebbe essere) rappresentato dall’interesse perseguito con il provvedimento oggetto del ricorso, bensì dal più universale interesse generale alla revisione di un’azione viziata, interesse alla correzione di una precedente decisione pubblica ingiusta; per quanto attiene, poi, all’aspetto dell’imparzialità, nel contesto di cui ci si occupa appare necessario valorizzare la dimensione interna (organizzativa) di tale principio, volta a garantire che la p.a. agisca in completa indipendenza da qualsiasi indebita ingerenza e che ad essa vengano forniti strumenti, risorse e regole procedimentali tali da permetterle di individuare ed esaminare adeguatamente tutti gli interessi giuridicamente rilevanti coinvolti nei diversi processi decisori. Ciò premesso, la successiva analisi dei caratteri sostanziali e procedurali dei singoli ricorsi amministrativi dimostra come essi – ciascuno in ragione di peculiari caratteristiche – non soddisfino appieno i requisiti propri dell’esercizio di una reale funzione giustiziale, rivelando, di fatto, una sostanziale inidoneità a svolgere un ruolo determinante sia in termini di effettiva deflazione del carico giurisdizionale, sia in funzione di una concreta e più immediata tutela del cittadino. Ciò nonostante, si ritiene che l’insuccesso dei tradizionali rimedi giustiziali contemplati dal nostro ordinamento – senza dubbio legati ad una visione fortemente autoritativa dell’amministrazione – non autorizzi ad assestarsi oggi su posizioni critiche di assoluta chiusura nei confronti di un’ipotesi di valorizzazione (su nuovi e più attuali presupposti) di una funzione, quella giustiziale, che sembra invece configurare un vero e proprio dovere della p.a. nei confronti dei cittadini. In tal senso, il presente studio prospetta la valorizzazione e generalizzazione del ricorso gerarchico improprio, unico modello di ricorso amministrativo in grado di garantire una tutela non solo rapida ed efficace, ma anche imparziale e rispettosa dei principi e delle garanzie proprie dell’esercizio di una funzione puramente giustiziale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/228833
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