Viene qui delineato il contributo dell'editoria napoletana, dal Quattro al Seicento, all'ampio filone delle 'Artes moriendi'. Se l'incunabolistica produce una sola resa, in latino senza immagini, del testo del Capranica (1476), sarà il Salviani, nel 1591, a proporne al pubblico la traduzione in volgare, adorna di significative xilografie. Nel corso del XVII secolo le officine partenopee accolgono più esiti del 'nuovo corso' dell''Ars' - divenuta dal dopo Trento in poi vera e propria 'pedagogia della morte' -, alcuni dei quali rappresentano 'variazioni sul tema' decisamente originali.

Sulle arti del ben morire nell'editoria napoletana (secc. XV-XVII)

ZITO, Paola
1986

Abstract

Viene qui delineato il contributo dell'editoria napoletana, dal Quattro al Seicento, all'ampio filone delle 'Artes moriendi'. Se l'incunabolistica produce una sola resa, in latino senza immagini, del testo del Capranica (1476), sarà il Salviani, nel 1591, a proporne al pubblico la traduzione in volgare, adorna di significative xilografie. Nel corso del XVII secolo le officine partenopee accolgono più esiti del 'nuovo corso' dell''Ars' - divenuta dal dopo Trento in poi vera e propria 'pedagogia della morte' -, alcuni dei quali rappresentano 'variazioni sul tema' decisamente originali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/221744
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