Il saggio indaga i rapporti artistici tra Roma e Napoli nell’architettura del primo Settecento napoletano, tema sinora trascurato o meglio oscurato dal fenomeno dell’“importazione” del linguaggio romano dopo l’arrivo nel regno di Carlo di Borbone. Si può provare ad argomentare il concretarsi di questi rapporti tra Roma e Napoli percorrendo due diverse strade. Innanzitutto, è possibile documentare nel territorio vicereale, già prima dell’ondata classicista carolina, la presenza diretta di molti artefici romani, chiamati per lo più da una colta committenza ecclesiastica, i quali contribuirono in modo significativo alla diffusione di quel linguaggio architettonico inaugurato a Roma da Carlo Fontana e dalla sua scuola. Tralasciando quest’ultimo aspetto, approfondito altrove, si percorre qui un’altra strada per individuare, attraverso la lettura dei caratteri compositivi delle opere dei protagonisti del Settecento partenopeo, relazioni linguistiche e rimandi anche ai temi maggiormente dibattuti negli ambienti artistici romani contemporanei, tra i quali in primis l’Accademia di San Luca. In particolare, il contributo si sofferma sull’architettura di Ferdinando Sanfelice per fare emergere, attraverso l’analisi formalista di alcuni suoi temi compositivi, relazioni linguistiche con la cultura artistica romana non solo del primo Seicento, come già da altri sostenuto, ma anche contemporanea, espressiva di quel clima che ruotava intorno allo studio di Carlo Fontana e all’accademia di San Luca, ambienti con cui l’architetto napoletano probabilmente venne in contatto diretto.

Legami con Roma nell’architettura napoletana tra Viceregno e Regno autonomo

PEZONE, Maria Gabriella
2014

Abstract

Il saggio indaga i rapporti artistici tra Roma e Napoli nell’architettura del primo Settecento napoletano, tema sinora trascurato o meglio oscurato dal fenomeno dell’“importazione” del linguaggio romano dopo l’arrivo nel regno di Carlo di Borbone. Si può provare ad argomentare il concretarsi di questi rapporti tra Roma e Napoli percorrendo due diverse strade. Innanzitutto, è possibile documentare nel territorio vicereale, già prima dell’ondata classicista carolina, la presenza diretta di molti artefici romani, chiamati per lo più da una colta committenza ecclesiastica, i quali contribuirono in modo significativo alla diffusione di quel linguaggio architettonico inaugurato a Roma da Carlo Fontana e dalla sua scuola. Tralasciando quest’ultimo aspetto, approfondito altrove, si percorre qui un’altra strada per individuare, attraverso la lettura dei caratteri compositivi delle opere dei protagonisti del Settecento partenopeo, relazioni linguistiche e rimandi anche ai temi maggiormente dibattuti negli ambienti artistici romani contemporanei, tra i quali in primis l’Accademia di San Luca. In particolare, il contributo si sofferma sull’architettura di Ferdinando Sanfelice per fare emergere, attraverso l’analisi formalista di alcuni suoi temi compositivi, relazioni linguistiche con la cultura artistica romana non solo del primo Seicento, come già da altri sostenuto, ma anche contemporanea, espressiva di quel clima che ruotava intorno allo studio di Carlo Fontana e all’accademia di San Luca, ambienti con cui l’architetto napoletano probabilmente venne in contatto diretto.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/212093
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