Questo articolo propone una rassegna della letteratura economica ed una chiave di interpretazione dei motivi delle difficili transizioni dalla scuola al lavoro dei giovani in Italia. Il paese rappresenta un esempio tipico del regime europeo mediterraneo, nel quale il sistema di istruzione è tendenzialmente rigido e sequenziale, il mercato del lavoro è stato di recente reso flessibile attraverso le riforme al margine, e la famiglia svolge un ruolo chiave per ammortizzare il costo del passaggio all’età adulta. L’evidenza empirica fornita nell’articolo concorda nel fornire un quadro a tinte piuttosto fosche, esacerbato dalla crisi economica in corso, quadro caratterizzato da: a) un marcato svantaggio sia assoluto che relativo dei giovani rispetto agli adulti; b) un divario di genere a favore degli uomini, anziché delle donne come ormai è più comune fra i paesi OCSE; c) un basso livello di istruzione secondaria e terziaria; d) forti squilibri nei livelli di istruzione per classe sociale di appartenenza e conseguente immobilità sociale. L’analisi evidenzia il ruolo sia dei fattori dal lato della domanda – espressa in prevalenza da imprese di piccole dimensioni operanti nei settori manifatturieri tradizionali a bassa domanda di capitale umano – che dei fattori dal lato dell’offerta – quale la inefficienza e disorganizzazione del sistema di istruzione che non affronta il problema di come aiutare i giovani a colmare il divario di esperienza lavorativa che li separa dagli adulti, demandando il problema al mercato attraverso i lavori temporanei.

“Le difficili transizioni scuola lavoro in Italia. Una chiave di interpretazione”

PASTORE, Francesco
2012

Abstract

Questo articolo propone una rassegna della letteratura economica ed una chiave di interpretazione dei motivi delle difficili transizioni dalla scuola al lavoro dei giovani in Italia. Il paese rappresenta un esempio tipico del regime europeo mediterraneo, nel quale il sistema di istruzione è tendenzialmente rigido e sequenziale, il mercato del lavoro è stato di recente reso flessibile attraverso le riforme al margine, e la famiglia svolge un ruolo chiave per ammortizzare il costo del passaggio all’età adulta. L’evidenza empirica fornita nell’articolo concorda nel fornire un quadro a tinte piuttosto fosche, esacerbato dalla crisi economica in corso, quadro caratterizzato da: a) un marcato svantaggio sia assoluto che relativo dei giovani rispetto agli adulti; b) un divario di genere a favore degli uomini, anziché delle donne come ormai è più comune fra i paesi OCSE; c) un basso livello di istruzione secondaria e terziaria; d) forti squilibri nei livelli di istruzione per classe sociale di appartenenza e conseguente immobilità sociale. L’analisi evidenzia il ruolo sia dei fattori dal lato della domanda – espressa in prevalenza da imprese di piccole dimensioni operanti nei settori manifatturieri tradizionali a bassa domanda di capitale umano – che dei fattori dal lato dell’offerta – quale la inefficienza e disorganizzazione del sistema di istruzione che non affronta il problema di come aiutare i giovani a colmare il divario di esperienza lavorativa che li separa dagli adulti, demandando il problema al mercato attraverso i lavori temporanei.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11591/203890
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